Alta velocità adriatica, altro taglio di 150milioni da parte del go…

ROMA – Il senatore marchigiano Augusto Curti del Partito Democratico lancia l’allarme sull’Alta velocità adriatica: «Nuovo taglio di 150milioni. Il governo ritiri la norma. È l’ennesimo colpo alle Marche».

«Con il decreto Economia – inizia a spiegare l’esponente dei Dem, a cui si aggiunge la deputata Irene Manzi, sempre del Pd – il governo dispone il taglio di ulteriori 150milioni di euro dal fondo destinato all’Alta velocità adriatica, risorse che verranno dirottate – sostengono i due – a sostegno della Diga foranea di Genova». Per questo motivo entrambi affermano «È l’ennesimo colpo di mano contro le prospettive di sviluppo della nostra regione. Il governo Meloni continua a penalizzare sistematicamente le Marche, già segnate da cinque anni di politiche che hanno eroso comparti produttivi e servizi essenziali».

I parlamentari del Partito Democratico sottolineano inoltre come «questa decisione si inserisce in una strategia di depauperamento programmato, che sta progressivamente isolando l’intero versante adriatico». Infatti «il tasso di disoccupazione giovanile supera il 25%, le esportazioni sono in calo, aumentano le ore di cassa integrazione. In questo contesto, l’Alta velocità rappresenta un’occasione decisivo per rilanciare la competitività del territorio». Molto duro è anche il giudizio sulla logica politica del provvedimento: «È il prodotto di una filiera di destra, dal governo alla Regione, che penalizza pesantemente solo le Marche, privandole di investimenti essenziali e condannandole a restare fuori dai circuiti economici strategici e la dorsale adriatica continua a essere la grande assente nella rete ferroviaria italiana, con effetti devastanti sulla tenuta economica regionale» anche perché «Senza collegamenti veloci, le Marche restano ai margini. Questa misura compromette ogni possibilità di riequilibrio infrastrutturale». Da qui arriva la richiesta categorica: «Il ritiro immediato della norma e il ripristino integrale delle risorse».