Altamura, nessun giallo sulle firme: regolare il voto alle ultime Comunali

ALTAMURA – Ricorso inammissibile. Con questa formula la terza sezione del Tar per la Puglia ha di fatto «respinto» la richiesta di annullamento delle operazioni elettorali relative alle elezioni del sindaco e del consiglio comunale di Altamura del 14 e 15 maggio 2023 (con turno di ballottaggio il 28 e 29 maggio 2023). A presentarlo, otto consiglieri comunali di opposizione, tutti afferenti alla coalizione “Polis2030”, tra cui l’avversario alla poltrona di sindaco sconfitto per 18 voti, Gianni Moramarco, che avevano portato le ultime amministrative in tribunale. Elezioni salve, dunque, ma i giudici hanno ritenuto di trasmettere le carte in Procura.

Alla base del ricorso c’era l’illegittima ammissione, sostenuta dai ricorrenti, di due liste “Progetto per Altamura” e Unione di centro UDC, a sostegno della candidatura a sindaco del prof. Vitantonio Petronella, in ragione «della falsità della sottoscrizione – adducevano da “Polis 2030” nel ricorso – di un determinato numero di firme di presentatori delle liste, così come della falsità delle firme di autenticazione delle sottoscrizioni». In assenza delle due suddette liste – è la tesi – parte delle preferenze dei cittadini sarebbe venuta meno. Ma proprio su quest’aspetto il Tar si è espresso in maniera contraria, ritenendo piuttosto «che il voto a favore di una lista determinata – si legge nella sentenza – esprima il gradimento diretto dell’elettore nei confronti della lista in quanto tale, non in quanto parte di una coalizione composta da altre formazioni politiche a sostegno di un candidato Sindaco»; e quindi, la «composizione della coalizione – ha ribadito il Tar – è circostanza che rimane sullo sfondo nelle intenzioni di voto del cittadino e non può certo essere indagata quale motivo determinante di un consenso elettorale ben oltre la volontà della legge».

L’altro nodo alla base del ricorso, ovvero che «alcune schede votate a favore del candidato Moramarco – scrivevano i ricorrenti – non sarebbero state attribuite allo stesso in quanto risultava barrato anche il simbolo di una delle liste collegate al predetto candidato sindaco con l’indicazione di un consigliere comunale appartenente alla predetta lista» è stato sciolto dal Tar senza, invece, entrare nel merito, considerata la mancata precisazione nel ricorso del «numero dei voti mancanti, l’esatta fonte di prova, oltre alle sezioni in cui si sarebbero manifestate le irregolarità. In difetto di siffatte indicazioni, il collegio non può sopperire al mancato soddisfacimento dell’onere di specificità del motivo di ricorso ponendosi alla ricerca esso stesso dell’anomalia denunciata dal ricorrente». Infine, quanto ai motivi aggiunti introdotti da “Polis 2030” a giudizio già instaurato, il Tar ha eccepito l’inconsistenza dei vizi che, se pure «relativi alla dedotta illegittima ammissione di ulteriori liste elettorali facenti parte della coalizione a sostegno del candidato sindaco Petronella – si legge nella sentenza – non trovano sufficiente e adeguato riscontro in quelli dedotti col ricorso introduttivo».

Il sindaco Antonio Petronella si dice soddisfatto. «Abbiamo sempre osservato riserbo e silenzio per rispetto alla magistratura. Ci siamo difesi nella sede opportuna, quella giudiziaria. Ci siamo sempre soffermati con piena operatività sul lavoro amministrativo e continueremo a farlo perché la mole di attività e di impegni quotidiani è notevole».

Cauti da Polis2030: «Intanto il Tar ha disposto l’invio degli atti alla Procura per la verifica della sussistenza di reati. Stiamo esaminando la motivazione e valutando la opportunità di ricorrere al Consiglio di Stato».