Amianto, risarciti i parenti del ferroviere  – Teramo

Amianto, risarciti i parenti del ferroviere  – Teramo



TERAMO. La domanda di giustizia, fatta dalla moglie e dalla figlia, per il momento è stata accolta anche se la sentenza di primo grado è stata appellata. Il tribunale di Teramo (giudice del lavoro Daniela Matalucci) ha condannato l’Inail al pagamento di circa 150mila euro a favore delle eredi dell’ex macchinista delle Ferrovie Dionisio Merli, deceduto a 64 anni per un adenocarcinoma polmonare causato dall’esposizione all’amianto. Merli, nato a Colonnella, ha lavorato alle dipendenze di Rfi S.p.A. per 27 anni in qualità di macchinista in diversi impianti: nel Deposito Locomotive di Pescara, in quello di Ancona, di Alessandria e nel Presidio Condotta di San Benedetto del Tronto. Durante il periodo di lavoro, questa l’accusa, Merli è stato esposto quotidianamente all’amianto senza adeguati dispositivi di protezione e nel marzo 2010 si è ammalato. L’ex macchinista nel novembre dello stesso anno ha presentato domanda di riconoscimento della malattia professionale all’Inail che l’ha respinta motivando che fosse un fumatore. Nel 2020 i familiari, assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, hanno presentato ricorso al giudice del lavoro. «Dall’istruttoria del processo», si legge in una nota dell’Osservatorio, «è emerso che tutte le locomotive FS, nel periodo di lavoro di Merli, che si occupava anche delle attività di manutenzione e delle riparazioni dei locomotori, avevano l’involucro esterno e parte delle zone interne spruzzate con amianto che serviva a proteggere dal rischio incendio, e che tuttavia determinava il rilascio di polveri e fibre contaminando tutto l’ambiente lavorativo della sala macchine. Esaminate le prove dell’esposizione alla fibra killer in sinergia con altri cancerogeni e le perizie del consulente tecnico d’ufficio il tribunale ha accolto la richiesta condannando l’ente previdenziale. Sin dalle locomotive a vapore nel settore ferroviario l’amianto è stato presente in guarnizioni e rivestimenti, poi dalla metà degli anni ‘50 è iniziata la coibentazione con amianto sui nuovi rotabili, allargata in seguito a tutte le 8mila carrozze circolanti che fu interrotta negli anni ’90, con la messa al bando del pericoloso cancerogeno. La bonifica è stata completata all’inizio degli anni 2000». (d.p.)
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www.ilcentro.it è stato pubblicato il 2024-10-26 03:25:00 da


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