ANCONA – Ancona è la sesta città con il miglior clima d’Italia e la prima per quel che riguarda la circolazione dell’aria. Buon risultato anche per Pesaro-Urbino che si issa in 10ma posizione andando a chiudere la Top 10. Ascoli Piceno si attesta al 18mo posto, mentre Fermo è al 19mo. Ultima marchigiana è Macerata con una comunque onorevole 20ma posizione. A stabilirlo è una classifica de ‘Il Sole 24 ore’ elaborata sui dati rilevati da 3B Meteo, seguendo i trend climatici degli ultimi anni dei 107 capoluoghi di provincia del Paese. La classifica, aggiornata con i dati relativi al decennio 2014-2024, indica quindi quale città capoluogo è in grado di offrire un maggiore benessere a chi vive sul territorio, in base a 15 parametri che misurano le più frequenti condizioni di «bel tempo». Rispetto agli anni precedenti sono stati quindi aggiunti 5 nuovi parametri, rispetto alla classifica 2024. Nonostante l’introduzione di nuovi fattori Bari si conferma anche quest’anno in cima alla classifica dell’Indice del clima del Sole 24 Ore, prima tappa verso l’edizione 2025 dell’indagine annuale sulla Qualità della Vita. Il capoluogo pugliese si piazza sul primo gradino del podio, dove era salito già l’anno scorso, seguita da due territori della costa adriatica: la vicina Barletta Andria Trani al 2do posto e Pescara al 3zo. Enna è invece 5ta. Tra i primi 10 figurano quasi tutti territori costieri, tra cui Livorno (4ta). Chieti è invece 8va. Il sud piazza Enna 5ta e Catanzaro 9na. Settimo posto per un capoluogo del nord, Trieste. Chiude invece la classifica Caserta, preceduta da Terni.
Stringendo il focus sui primati locali, positivi e negativi, che possono aiutare a spiegare meglio i posizionamenti nella classifica generale, Agrigento è prima nell’indice di soleggiamento con 9,2 ore di sole al giorno in media contro i 6,7 di Belluno, agli antipodi di questa classifica. La città veneta è anche ultima per numero di giorni freddi e per umidità relativa. Belluno vanta però un primato, quello del minor numero di notti tropicali: le notti in cui si registra, tra mezzanotte e le sei, una temperatura di 20 gradi o più, sono solo 14,3 contro le oltre 137 della provincia di Palermo. Venezia, invece, è prima per numero inferiore di giornate con una temperatura massima uguale o superiore a 35 gradi, pari a 0,4. Se si passa a Terni, invece, questo indice schizza a 45,5 giorni, risultando di gran lunga il più alto in Italia. Le aree interne come quella del capoluogo di provincia umbro risultano penalizzate negli indicatori come quello sull’escursione termica dove invece primeggiano le località di mare. Lo stesso vale, come già anticipato, per la circolazione dell’aria che vede in testa Ancona, mentre Torino è in fondo alla classifica, quindi con una maggiore persistenza di aria stagnante. Dall’analisi dei parametri climatici presi in esame, emerge anche l’aumento degli eventi climatici estremi. In generale si rileva l’aumento di episodi climatici più violenti tra il 2010 e il 2024. Ondate di calore, notti tropicali e picchi di caldo estremo. Nelle città del nord le temperature medie giornaliere sono cresciute in media di 2,4 gradi rispetto al 2010 e l’impennata si traduce in fenomeni climatici estremi di magnitudo sempre più elevata. L’aumento delle temperature si è tradotto ad esempio in eventi di caldo estremo sempre più marcati: le giornate in cui sono stati toccati, o superati, i 35 gradi sono state 11 in più al sud, passate da 6,4 a 17,6 all’anno; 12,5 in più al centro, dove si è passati da 6,8 a 19,3 episodi. Questo tipo di eventi al nord nel 2010 erano praticamente inesistenti, mentre oggi se ne contano in media più di 11 all’anno. Il risultato, in un range oraria tra mezzanotte e le 6 di mattina, sono quasi 80 notti tropicali, con temperatura media uguale o superiore a 20 gradi all’anno nelle città settentrionali, 36 in più rispetto a quante se ne registravano anni fa. Gli inverni, inoltre, sono sempre più miti e i giorni di gelo, cioè sotto i 3 gradi, sono sempre meno anche al nord, passati da 28 a 5 all’anno tra il 2010 e il 2024. Le nevicate sono ormai assenti in Pianura padana negli ultimi due anni.
Analizzando i dati sulle precipitazioni l’analisi si fa più complessa. I giorni piovosi diminuiscono e i periodi siccitosi sono sempre più lunghi, ma d’estate sale l’intensità pluviometrica media del giorno piovoso. In pratica, piove meno, ma più intensamente. I periodi di siccità più lunghi sono stati rilevati ad Agrigento e Cagliari. Ricordiamo infine i 15 parametri presi in esame per stabilire il punteggio: soleggiamento, brezza estiva, indice di calore, nebbia, ondate di calore, giorni freddi, precipitazioni estreme, umidità relativa, raffiche di vento, escursione termica, notti tropicali, circolazione dell’aria, caldo estremo, percentuale giorni consecutivi senza pioggia intensità pluviometrica, riparametrati poi da 0 a 1.000.
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