ANCONA – Circa 45 minuti di conferenza stampa, dalla quale emerge chiaramente l’unità di intenti di Vincenzo Guerini, Massimo Gadda e Francesco Ancarani. Che non utilizzano artifizi verbali o giri di parole di sorta per spiegare ai presenti quale è la richiesta alla governance dell’Ancona: gestione a 360° del club, sia sotto il profilo tecnico e finanziario, o fine dell’idillio. Scoprono le carte il responsabile dell’area tecnica, l’allenatore e il direttore generale della società biancorossa: un altro anno così, senza prospettive e chiarezza nei ruoli, nelle competenze e nelle figure di riferimento del sodalizio non è ammissibile.
«Sarò presuntuoso – comincia Guerini – ma dall’alto della mia esperienza credo di poter dire a ragion veduta come dovrebbero essere strutturate le società, visto che nella mia carriera a vario titolo ne ho frequentate circa 17-18. Tra cui anche l’Ancona tanto tempo fa: dove c’era un proprietario, che forse avrò visto dieci volte, un presidente che veniva solo la domenica, ma c’era un direttore sportivo che aveva compiti specifici ed esclusivi così come c’era chi controllava i conti, persone che godevano della stima della proprietà a cui rispondevano del loro operato. È da sempre così, né più né meno come ad esempio Corvino quando era alla Fiorentina: aveva la fiducia della proprietà che era rappresentata da Della Valle. Ogni dirigenza che veniva scelta scelta operava e forniva ogni tot di tempo un rendiconto della propria attività.
La nostra richiesta è semplice: fare altrettanto qui. Ecco perché abbiamo chiesto di gestire la società come viene fatto ovunque, ovvero con piena autonomia sia tecnica che finanziaria. Partendo con il sistemare i ruoli: io presidente e pronto a fare da garante, Ancarani direttore generale e mister Gadda allenatore, ognuno con i suoi compiti, le sue incombenze e le sue responsabilità da onorare. A tempo pieno, sottolineo: perché nel calcio non ci sono orari, o cartellini da smarcare, o impegni lavorativi da conciliare con l’attività da svolgere per il club. Perché partire la prossima stagione nelle stesse condizioni di quest’anno sarebbe un disastro. Tutti sono utili ma nessuno è indispensabile, perché le persone si sostituiscono, ma i colori rimangono. Ritengo di poter dire a pieno titolo che il mio pensiero è lo stesso degli altri che sono seduti a questo tavolo. Servono attrezzature e strumenti necessari per lavorare? Certo che sì, come altrove. Ma soprattutto se non verrà accettato questo tipo di conduzione della società da parte nostra a 360°, noi terminiamo l’anno e toglieremo il disturbo facendo un passo indietro. Abbiamo tempo, attendiamo la risposta della società, ma abbiamo bisogno di sapere quale sarà la base su cui ripartire e dirci anche a chi rendere conto – conclude Guerini – senza interferire con quella che è la nostra attività la cui bontà sarà valutata dalla proprietà stessa».
Sulla stessa lunghezza d’onda il tecnico Massimo Gadda. «Quest’estate vi avevo già detto – attacca – che i risultati del campo sarebbero stati secondari rispetto a quanto sarebbe accaduto fuori. I risultati sono stati buoni, non eccezionali ma si parla di una squadra che è attualmente quinta. Il problema è il totale immobilismo che c’è al di là del rettangolo di gioco, ed a noi questo dispiace parecchio. Noi non siamo stati scelti da Marconi, o da Polci. Siamo stati scelti dal sindaco, ci abbiamo messo la faccia e ci siamo fatti un mazzo così per ridare dignità ad Ancona e dopo nove mesi ci ritroviamo con in mano il nulla, senza alcun tipo di crescita. E la nostra paura è che questo derivi da una mancanza di stima nei nostri confronti: perché se credi in quello che facciamo, se pensi che il nostro lavoro sia buono, allora è la situazione ideale per rimettere in piedi il club. Strutturarlo, con una sede sociale, un segretario che lavora a tempo pieno per il club e persone che lo dirigono facendo ogni giorno altrettanto per il bene di questi colori. Bisogna lasciar lavorare chi lo vuole fare: noi facciamo questo di mestiere, a differenza come già detto di alcuni casi (Guerini aveva citato come esempio Romeo Anconetani, patron “full time” del Pisa che fu ndr) le figure al vertice non hanno incarichi operativi o pretese di decidere o incidere su certi tipi di scelte. Il segreto è avere le persone giuste al posto giusto se no non si cresce mai. Che possiamo anche non essere noi, e ve lo dico col cuore. Se va bene così, restare nella mediocrità, si può proseguire ma senza di noi. Se si vuole veramente rilanciarla – conclude Gadda – bisogna cambiare».
Rincara la dose Francesco Ancarani. «Così è una Babilonia – spiega il direttore generale – ed in primis è necessario fare chiarezza, che ad oggi non c’è praticamente su nulla, se si eccettua la guida tecnica della prima squadra fatta da mister Gadda. Sia ben chiaro che non abbiamo la presunzione di essere noi le persone ideali a cui deve essere demandato il progetto, perché come è già stato detto si può anche scegliere profili diversi per occupare determinati ruoli. Ma le linee guida a nostro avviso possono essere date solo da coloro ai quali viene conferita questa responsabilità in chiave esclusiva. Saremo noi? Bene, siamo pronti a farlo. Altri? Bene, speriamo però che siano messi nelle condizioni di poterlo fare».
La stoccata finale è di Guerini, e riguarda ciò che è ancora un nervo scoperto nel capoluogo. «Sono passati tanti anni da quando sono venuto qui per la prima volta. Ma vi pare possibile che, dopo tante amministrazioni comunali, tante proprietà del club passate, a nessuno sia venuto in mente di dire: “Servirebbe un campo per l’Ancona, facciamolo subito”. Uno, mica tanti. Una struttura dove potersi allenare e avere come casa propria. Come peraltro mi risulta sia stato fatto per altre discipline. Questo per me è un caso più unico che raro in Italia. E per quanto mi riguarda, fa parecchio riflettere».
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