La violenta mareggiata sulle coste del savonese degli ultimi giorni ha acceso nuovamente un dibattito e una preoccupazione, mai sopita, sul futuro posizionamento in mare nel 2026, della nave Golar Tundra, a 4 km dalla costa di Vado Ligure e a 2.9 km da Savona.
Un’apprensione sollevata dai savonesi, dalle associazioni e dal mondo politico che si oppone al progetto.
“Qualora – una volta avvenuto il ricollocamento della nave rigassificatrice di Snam Golar Tundra a largo delle coste di Vado Ligure – si dovessero verificare condizioni meteo-marine particolarmente avverse, la sicurezza sarebbe garantita da una serie di accorgimenti già previsti – dice l’azienda – La Golar Tundra stazionerebbe nella cosiddetta Area Charlie (foto1) che ha un raggio di 800 metri e che presenta già delle limitazioni alla movimentazione, proprio perché punto di ormeggio per le petroliere, senza che questo abbia mai pregiudicato il traffico delle altre navi o imbarcazioni in rada e soprattutto non creando alcuna interferenza con le navi da crociera, alle quali l’Area Charlie, risulta interdetta”.
“Inoltre, si precisa che la nave è in grado di operare in condizioni metereologiche marine estreme, come quelle dei mari del Nord. Il sistema di ormeggio a torretta (Foto 2) viene già adottato in mari che presentano condizioni ben più estreme di quelle dell’Alto Tirreno e in caso di necessità, consentirebbe alla Golar Tundra di sganciarsi e allontanarsi nell’arco di alcune ore – Proseguono – In aggiunta, come accaduto a Piombino già in questi giorni in cui il maltempo ha interessato la Toscana, l’impianto ha continuato ad operare anche con condizioni di vento particolarmente avverse. In casi eccezionali di maltempo, gli arrivi e i conseguenti affiancamenti delle navi metaniere possono essere posticipati in attesa di condizioni meteo migliori”.
Abbiamo quindi poste alcune domande a Snam in merito alla potenza delle onde e del vento.
Con onde di 8-9 metri, nonostante lo sganciamento dalla boa, la nave è al sicuro?
“Non ci sono problematiche, il sistema di ancoraggio, quindi la torretta con le sei catene e le ancore, è progettato, come si fa sempre per questo tipo di applicazioni, per resistere alle condizioni meteo marine più gravose che si possono verificare in un periodo di 100 anni. Che nel caso di Vado implica un’onda significativa (una sorta di media delle onde più alte) superiore ai 5 metri, che vuol dire picchi di onde di altezze superiori ai 9 metri – specifica Andrea Fioravanti, ingegnere di Snam – Oltre tutto, questo è richiesto dalle normative internazionali dai codici di progettazione, la verifica dell’ancoraggio si fa con dei coefficienti di sicurezza molto elevati, simulando quindi valori più elevati rispetto a quelli che potrebbero realmente verificarsi, c’è quindi un grande margine di sicurezza. Si fanno anche simulazioni considerando la rottura di una delle catene, se per un’ipotesi, delle sei catene ne rimanessero solo cinque in posizione, la nave deve rimanere ancorata. Non vediamo nessun tipo di problematica ad avere un ormeggio sicuro nelle condizioni di Vado anche in presenza di eventi estremi di questo tipo perché questa tecnologia è ultra collaudata è nata ed è stata sviluppata nel mare del nord dove condizioni di questo tipo sono normalissime”.
“Anche se questi eventi avessero una frequenza più alta, il sistema è progettato per resistere comunque, indipendentemente dalla frequenza di accadimento – continua – Come ulteriore garanzia di sicurezza, nell’eventualità di dover comunque decidere di scollegarsi perché arriva un’indicazione della Capitaneria di Porto che è meglio andarsene, la tecnologia della torretta di ormeggio prevede la possibilità di disconnettere la boa e quindi avere la nave libera di muoversi”.
Nella valutazione dell’intensità dei venti quali annate sono state prese in considerazione?
“Nell’evento estremo consideriamo un valore intorno ai 90 km/h, una raffica molto alta che viene sempre dallo studio, dal report dei dati meteo marini che abbiamo utilizzato per il progetto. Non si guarda un anno specifico ma la statistica dei dati disponibili in svariati anni” puntualizza Fioravanti.
Snam lo scorso fine ottobre ha risposto a tutte le osservazioni giunte fino al 17 ottobre, quelle arrivate successivamente (ad esempio quelle inviate da Ispra) sono in fase di lavorazione e faranno parte del prossimo invio di integrazioni.
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L’articolo “Ancoraggio progettato per resistere a eventi estremi” – Savonanews.it
www.savonanews.it è stato pubblicato il 2023-11-06 18:33:00 da
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