«Andreea non è morta per la condotta di Simone»

«Andreea non è morta per la condotta di Simone»




«Andreea non è morta per la condotta di Simone»

ANCONA – «Gli avvocati di Simone Gresti prendono atto dell’ipotesi di accusa mossa al loro cliente dalla Procura della Repubblica ricordando che la sentenza finale sarà di competenza del giudice, che dovrà verificare tale ipotesi alla luce delle argomentazioni difensive e del contenuto delle stesse indagini effettuate dalla polizia giudiziaria. Già da queste si evince che il tragico gesto della giovane Andreea non sia collegabile alla condotta di Simone Gresti. La giovane aveva la più ampia possibilità di decidere della sua vita e farla passare per una persona fragile, incapace e sottomessa non le rende giustizia». A poche giorni dalla chiusura delle indagini sulla morte di Andreea Rabciuc, intervengono così gli avvocati Emanuele Giuliani e Gianni Marasca. I legali replicano alle accuse sostenute dalla Procura di Ancona sul loro assistito, Simone Gresti, 46 anni, jesino. Gresti è ritenuto responsabile della morte della 26enne di origine romena e la pm Irene Bilotta gli contesta i reati di istigazione al suicidio e maltrattamenti in famiglia. Con la chiusura delle indagini Simone ora rischia di finire a processo. Andreea era scomparsa il 12 marzo del 2022, dalle campagne di Montecarotto ed è stata ritrovata il 20 gennaio scorso, in un casolare disabitato, poco distante da dove era sparita. Una morte per impiccagione, gesto ritenuto volontario ma «non collegabile alla condotta di Simone» sottolineano gli avvocati di Gresti che aggiungono anche come «il loro rapporto affettivo, durato solo sei mesi, era caratterizzato da momenti di contrasto tipici della loro personalità esuberante e contraddittoria». «Anche il consumo di stupefacenti era una propensione personale, disconnessa dal loro rapporto e risalente a periodi precedenti».

Simone non sarebbe stato a conoscenza del diario di Andreea, dove la ragazza avrebbe annotato le proprie angosce. «Entrambi avevano l’accesso ai rispettivi cellulari – dicono gli avvocati – e si controllavano a vicenda. Il fatto che il suo cellulare fosse in possesso di Gresti era un fatto accaduto anche in precedenza a cui Gresti non ha dato alcun peso non potendo certo immaginare quale sarebbe stata la decisione della giovane». «Andreea era una ragazza complessa e difficile da interpretare a cui Simone voleva bene». Per le ecchimosi che Andreea avrebbe riportato (fotografate da un’amica e fatte vedere alla madre), poste in evidenza dalla Procura, gli avvocati sostengono che «riguardano un solo episodio, deprecabile ma isolato». «Il dolore di Simone per la perdita rimarrà sempre nel suo animo – concludono – ed è pronto a rispondere di ciò che ha fatto ma non di ciò di cui non è responsabile».


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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-11-12 20:50:23 da


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