BARI – La Procura di Trani ha chiesto gli arresti domiciliari per Tommaso Minervini, 70 anni, sindaco del Comune di Molfetta, nell’ambito di una nuova tranche d’indagine su presunti intrecci tra politica e imprenditoria.
Le accuse ruotano attorno a un presunto sistema di scambi di favori e irregolarità negli appalti pubblici.
Il nome del primo cittadino compare tra quelli coinvolti nell’inchiesta avviata nel luglio 2022, che portò al sequestro dell’area mercatale di Molfetta e alla notifica di undici avvisi di garanzia a carico di amministratori, tecnici comunali e imprenditori locali.
Ora, con l’ampliamento dell’indagine, la magistratura ipotizza un vero e proprio sistema di corruzione e gestione opaca della cosa pubblica.
Sono 21 i capi di imputazione complessivi, che spaziano tra corruzione, turbativa d’asta, peculato e falso, contestati a vario titolo agli indagati.
Per otto di loro è stata disposta la convocazione per gli interrogatori preventivi, fissati davanti al gip Marina Chiddo il prossimo 2 maggio.
L’operazione investigativa ha preso nuovo slancio a seguito della “discovery” – il deposito degli atti dell’inchiesta alle difese – avvenuta nelle scorse ore, e si concentra ora sull’analisi dei rapporti intercorsi tra il Comune e diverse imprese coinvolte negli appalti pubblici.
La decisione sulle misure cautelari è attesa nei prossimi giorni.
Lo riporta lagazzettadelmezzogiorno.it
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