“Approvazione rapida ddl sicurezza, rafforzare azioni contro radica…

“Approvazione rapida ddl sicurezza, rafforzare azioni contro radica…



“Approvazione rapida ddl sicurezza, rafforzare azioni contro radica…

Il gravissimo episodio accaduto a Verucchio nella serata del 31 dicembre scorso con l’accoltellamento di cinque persone da parte di un egiziano evidentemente radicalizzato poi ucciso dal comandante della stazione locale dei Carabinieri non può essere derubricato come un semplice fatto di cronaca nera”. A prendere posizione è il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, che in una nota stampa sottoliena come “Due oggi le strade che ritengo urgente percorrere: la prima è l’approvazione più veloce possibile al Senato del Ddl Sicurezza dove, grazie ad emendamenti della Lega, si introducono nuove disposizioni in materia di tutela legale per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, con la copertura delle spese legali a favore del personale indagato o imputato per fatti inerenti al servizio. La seconda strada è il rafforzamento dell’attività delle forze di polizia nei confronti di ambienti contigui alla radicalizzazione con l’adozione di più provvedimenti di espulsione per gli stranieri che si ritiene utilizzino il territorio italiano come base per attività illecite. Trovo inoltre inaccettabile che, come in altre occasioni, si possa mettere in moto una campagna ‘giustificazionista’ anche mediatica per l’aggressore di Verucchio così da stornare l’attenzione dal gesto criminale dettato dalla professione di fede e dalle vittime innocenti. Nascondere queste realtà significa disinformare i cittadini su un problema drammaticamente attuale”

“Appare poi incredibile – aggiunge Morrone – che dal Pd, che nel riminese e in regione è forza di maggioranza, non si siano levati segnali di preoccupazione per la sicurezza e di vicinanza ai feriti e al militare. Prova evidente dell’imbarazzo di una sinistra che minimizza sia il fallimento delle politiche di integrazione sia il concreto pericolo della presenza di lupi solitari o di cellule radicalizzate e l’impatto negativo di un’immigrazione irregolare massiva. Sono invece evidenti i segnali di comunità di origine straniera che non hanno alcuna intenzione di integrarsi: lo dimostrano i ripetuti episodi di violenza che li vedono protagonisti o le intollerabili manifestazioni di odio verso l’Italia e gli italiani come accaduto a Milano nella notte di Capodanno. Sulla presenza anche in Italia di ‘lupi solitari’ radicalizzati e di cellule operanti nel jihad internazionale sembra non ci siano dubbi, non da oggi ma da diversi anni, come da altrettanto tempo la nostra intelligence è allertata contro queste forme di terrorismo. Appare anche evidente come questo pericolo si sia amplificato con i flussi di immigrazione illegale mettendo a rischio la sicurezza di qualunque località dove singoli soggetti di origine straniera si sentano autorizzati a compiere azioni violente e destabilizzanti, influenzati da un’intensa azione di proselitismo ideologico e dottrinale diffusa anche attraverso la rete social”.

Morrone è poi intervenuto per stigmatizzare l’intervento di Aly Harhash, presidente della comunità egiziana a difesa di Muhammadh Sitta evidenziando come le sue dichiarazione siano “Piene di contraddizioni e in qualche modo velatamente minaccioso. Ci sono due dati obiettivi: Il primo: Sitta ha compiuto un’azione molto grave che avrebbe potuto avere conseguenze più tragiche se non fosse stato fermato. Il secondo: il comandante della stazione locale dei Carabiniere ha agito come doveva, facendo solo il proprio dovere. Credo sia poco opportuno adombrare ipotesi di altre verità per intimidire o fuorviare l’attività della giustizia italiana”.

Il parlamentare e segretario della Lega Romagna torna sui fatti di Verucchio per replicare a quelle che definisce “surreali dichiarazioni” del presidente della comunità egiziana. “Non è ammissibile che si giustifichi l’accoltellamento di cinque persone come un gesto eclatante finalizzato al rimpatrio – prosegue Morrone. – Non si sa se Sitta volesse effettivamente tornare in Egitto. Ma se lo avesse veramente voluto crediamo che non avrebbe avuto grosse difficoltà ad ottenerlo. Difficile poi affermare, come fa Harhash, che Sitta non era un terrorista né un fanatico religioso: non tutti gli stranieri, crediamo, portano con sé coltelli con lame di 22 centimetri intenzionati ad usarle, né cercano di riempire di benzina una bottiglia di plastica per dare fuoco non si sa a chi o a cosa, come lo stesso Harhash afferma. Non ci impressiona poi il racconto dell’arrivo e della permanenza in Italia di Sitta. Dimostra solo due dati: il primo che per Sitta lo Stato italiano aveva attivato i dovuti percorsi con il contestuale dispendio di risorse pubbliche; il secondo che conferma l’opportunità di arrivare nel nostro Paese attraverso percorsi migratori regolari per chi abbia la volontà e le capacità per inserirsi nel mondo del lavoro”.

“Quanto ai ventilati problemi psichici – conclude il parlamentare – non sono né Harhash né gli ipotetici amici di Sitta che possono certificarne lo stato di salute mentale. Servono i certificati autentici rilasciati dall’ospedale e dai medici specialisti a cui Sitta era stato eventualmente indirizzato e a cui si sarebbe dovuto attenere come qualunque altro paziente. Ma, a questo proposito, appare davvero incredibile che per ogni attentatore radicalizzato si utilizzi sempre la giustificazione delle turbe mentali. Harhash, poi, in un primo passaggio afferma che Sitta non aveva soldi mentre subito dopo parla di un’aggressione compiuta da marocchini che avrebbero rubato al suo connazionale soldi, documenti e monopattino. Delle due l’una, o Sitta non aveva denaro oppure lo aveva e come ulteriore interrogativo ci chiediamo come Harhash sia venuto a conoscenza di questo episodio e perfino della nazionalità dei ladri. E mi fermo qui tralasciando altre contraddizioni nelle dichiarazioni di Harhash che, semmai, aggravano la situazione di Sitta e che potrebbero dare adito a dubbi sull’opera di accoglienza della cooperativa sociale che lo ospitava”.

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www.riminitoday.it è stato pubblicato il 2025-01-04 14:22:37 da


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