Sta giustamente scatenando incredulit. apprensione e anche rabbia la comunicazione inviata dalla società assicuratrice che “copre” l’attività del distributore di carburante lungo la via Pontina, che nei mesi scorsi era stato al centro di un’aspra polemica perché gli utenti si erano trovati nel serbatoio gasolio contaminato da una strana specie di alga, una sostanza oleosa che ha danneggiato diversi veicoli, alcuni dei quali in modo irrimediabile, e che aveva causato lo stop forzato a molti abitanti.
«Con riferimento al sinistro in oggetto, in qualità di Assicuratori per la responsabilità civile dell’impianto di distribuzione di carburante denominato ‘Top Fuel’, evidenziamo quanto segue. Sulla base della documentazione sinora acquisita, riteniamo non sussista responsabilità in capo al nostro assicurato, il quale pure è da considerare danneggiato a causa dello scarico di gasolio presumibilmente già inquinato ed avvenuto ad opera della Società … con sede in Roma, … cui Vi invitiamo a rivolgere le vostre richieste. A prescindere da tale circostanza, dobbiamo comunque evidenziare che la nostra polizza esclude espressamente i danni relativi alla distribuzione di carburanti ai sensi dell’art. 3.1.12 delle condizioni generali di assicurazioni. Per tali motivi, seppur spiacenti, comunichiamo che non possiamo dare seguito alla vostra richiesta risarcitoria. Cordiali saluti».
Ora le cose sono due. Le rassicurazioni e la presa di coscienza dei danni che il gestore del distributore aveva fatto, anche su queste pagine, erano sincere? Era consapevole il giovane gestore che la sua copertura assicurativa non prevedeva in alcun modo la copertura di danni relativi alla distribuzione del prodotto? Per giorni ha accolto gli utenti danneggiati, prendendo nota dei loro dati e informandoli che avrebbe girato tutto alla compagnia assicuratrice rassicurandoli. A distanza di tre mesi però, la doccia fredda.
E non è nemmeno piaciuto agli utenti, che si stanno radunando per cercare una soluzione condivisa, il passaggio in cui la stessa compagnia “esonera” da responsabilità il proprio assistito colui che per primo dovrebbe assicurarsi di commercializzare un prodotto a norma, che non causi danni.
C’è anche da dire, però, che Gennaro, il titolare, la faccia ce l’ha messa da subito. Nei casi meno gravi ha pagato di tasca propria ad esempio le spese certificate del carro attrezzi. Forse nemmeno lui era consapevole che la sua assicurazione non copriva quei danni, ma per gli utenti, questo probabilmente non basta.
Insomma danneggiati e beffati. Sono passati tre mesi. Alcuni hanno la macchina ancora ferma, altri completamente inutilizzabile. E oggi si ritrovano a dover rivolgersi, facendo molto probabilmente causa, al fornitore del carburante.
Era il 2 maggio. Chi fece rifornimento di gasolio in molti casi si rese conto che il carburante aveva qualcosa che non andava a distanza di pochi chilometri. Qualcuno rimase con l’auto in panne ancora prima di arrivare ad Ardea.
Ora la strada sembra essere una sola: una causa magari collettiva per ridurre le spese. E attendere i tempi della giustizia civile italiana.
L’articolo Aprilia, Gasolio contaminato, ora la compagnia assicurativa si tira indietro
www.latinaoggi.eu è stato pubblicato il 2023-08-07 10:30:02 da
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