Arcidosso (Gr)

Arcidosso (Gr)


Arcidosso è un comune italiano di 4 244 abitanti della provincia di Grosseto in Toscana.

Geografia fisica
Arcidosso si adagia sulle pendici occidentali del Monte Amiata, ai margini dei vasti boschi che si estendono fino alla cima della montagna. L’ampio territorio comunale si distingue per la sua varietà: dalle alte vette montane (circa 1.600 metri) alle valli che scendono gradualmente verso la Maremma. Le foreste di faggi e castagni ricoprono gran parte del territorio, con particolare importanza per l’economia e la cucina locali. Man mano che ci si sposta verso quote più basse, si incontrano estese coltivazioni di ulivi e vigneti, da cui si ottiene il rinomato vino DOCG Montecucco. Alcune aree sono caratterizzate da rilievi rocciosi che circondano il panoramico monte Labbro, culminando nella Torre Giurisdavidica, eretta da Davide Lazzaretti.

Sebbene classificato come zona sismica 3, il territorio comunale fu epicentro di un terremoto il 17 giugno 1868, che raggiunse una magnitudo di 5,03 sulla scala Richter e un grado VI-VII sulla scala Mercalli.[6]

Classificazione sismica: Zona 3 (bassa sismicità), Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
Clima
Classificazione climatica: Zona E, 2258 GG
Diffusività atmosferica: Media, Ibimet CNR 2002
Storia
Arcidosso riveste un ruolo storico di rilievo nel contesto del Monte Amiata, nonché tra le province di Grosseto e Siena.

Il nome di Arcidosso compare per la prima volta in un documento dell’860 d.C. Derivante probabilmente dai termini latini “arx” (fortezza) e “dossum” (dosso), il toponimo riflette le caratteristiche geografiche e storiche della località. A partire dal XII secolo, fu parte dei possedimenti degli Aldobrandeschi della Contea di Santa Fiora, che fortificarono il borgo costruendo il castello e la torre maestra con l’aiuto degli abitanti di Casal Roveta, Talassa e Montoto, antichi insediamenti oggi scomparsi. Nel 1331, dopo un lungo assedio condotto dall’esercito senese guidato da Guidoriccio da Fogliano, Arcidosso passò sotto il dominio della Repubblica di Siena. Questo evento storico è immortalato in un dipinto di Simone Martini, esposto nel museo del Palazzo Pubblico di Siena, anche se l’attribuzione artistica è oggetto di discussione.[7]

Arcidosso divenne sede di un vicariato tra il 1347 e il 1348, rimanendo sotto il controllo senese fino alla caduta della Repubblica nel 1559, quando passò ai Medici di Firenze, che vi istituirono una capitale di giustizia. Durante il periodo del Granducato di Toscana, e fino all’unità d’Italia, Arcidosso conobbe un notevole sviluppo demografico, arrivando a superare i 12.000 abitanti, quattro volte la popolazione di Grosseto, capoluogo di provincia. Successivamente, Arcidosso fu eletto pretura con l’avvento dello Stato unitario.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, tra il 1940 e il 1943, Arcidosso ospitò 27 profughi ebrei, inclusi bambini e famiglie. Con l’occupazione tedesca dopo l’8 settembre 1943, la maggior parte di loro fu arrestata il 12 dicembre 1943, deportata e uccisa ad Auschwitz nel maggio 1944. Solo sei sopravvissero in clandestinità fino alla Liberazione, mentre tre fecero ritorno dai campi di sterminio.

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