Auto del Comune per spostamenti propri, l’ex senatore patteggia

Auto del Comune per spostamenti propri, l’ex senatore patteggia


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ORBETELLO. Un terremoto aveva scosso il Comune alla fine di maggio del 2024, quando il sostituto procuratore Salvatore Ferraro aveva iscritto nel registro degli indagati, a seguito di una segnalazione arrivata alla guardia di finanza, i nomi dell’ex senatore di Forza Italia Roberto Berardi, del comandante della polizia municipale Carlo Poggioli e del funzionario Marco Quaglia.

L’accusa era quella di peculato: Berardi, oggi consigliere con la delega alla protezione civile, per un certo periodo, a partire dal 2021 (Berardi è stato senatore fino al 13 ottobre 2022), avrebbe usato per spostamenti propri, quindi non legati all’attività istituzionale, un’auto di servizio della polizia municipale, priva di contrassegni ufficiali. Una 500 L bianca. 

Giovedì 19 giugno, sulla vicenda che aveva spinto l’opposizione a chiedere le dimissioni dell’ex senatore forzista, il tribunale di Grosseto ha scritto la parola fine. Berardi, difeso dall’avvocato Alessandro Antichi, ha patteggiato due anni con la pena sospesa, la non menzione e la sospensione condizionale anche per le pene accessorie. 

E grazie alla modifica introdotta dalla riforma Cartabia, non scattano in questo caso le sanzioni previste dal decreto Severino, che disponeva l’incandidabilità anche nei casi di patteggiamento. 

Un accordo, proposto e accettato dal sostituto procuratore Giampaolo Melchionna e firmato dal giudice Marco Mezzaluna, che è stato possibile fondamentalmente per due ragioni. Perché Berardi si è assunto la responsabilità di quell’accusa di peculato, di fatto scagionando il comandante della polizia municipale e il funzionario e perché ha risarcito il Comune. 

«Auto usata per ragioni di servizio»

Quando sul Comune di Orbetello si era abbattuta la bufera degli avvisi di garanzia, l’ex senatore aveva subito spiegato che lui, quell’auto, l’aveva utilizzata sempre per ragioni di servizio. Per controllare il territorio.

L’ex senatore di Forza Italia, difeso dall’avvocato Alessandro Antichi, ha sempre sostenuto di aver utilizzato l’auto di servizio per i suoi spostamenti istituzionali e per il controllo del territorio. Qualche volta però, con quella vettura si sarebbe fermato a casa per la notte. Per farlo però, avrebbe dovuto compilare i registri e il formulario del Comune. 

Una dimenticanza, quella dell’ex senatore, che ha voluto pagare personalmente in tribunale, assumendosi la responsabilità di quanto successo e risarcendo il Comune. In questo modo, ha potuto chiedere il patteggiamento che oggi, grazie alla riforma Cartabia, gli consente di continuare con la sua attività di consigliere. 

Un caso, quello dell’avviso di garanzia al consigliere forzista, che era stato citato anche dalla procuratrice capo Maria Navarro nella relazione di apertura dell’anno giudiziario. 

 


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    Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l’ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi
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www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2025-06-19 16:19:58 da Francesca Gori


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