Autonomia, le opposizioni all’attacco: “Legge smantellata, ora si devono fermare”

Autonomia, le opposizioni all’attacco: “Legge smantellata, ora si devono fermare”



Autonomia, le opposizioni all’attacco: “Legge smantellata, ora si devono fermare”

Incertezza sul futuro dei referendum abrogativi dopo che la Consulta ha dichiarato incostituzionali parti del testo della riforma

Le opposizioni all’attacco dopo la parziale bocciatura, da parte della Corte Costituzionale, della riforma sull’autonomia differenziata. Quella della Consulta, ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, in un punto stampa a Terni, “è una bocciatura molto forte, un fallimento del Governo Giorgia Meloni“. La Consulta ha dichiarato incostituzionali sette punti della legge del ministro Calderoli, in particolare lamentando il mancato coinvolgimento del Parlamento nella determinazione dei Lep (livelli essenziali di prestazioni). Schlein ha aggiunto: “Salvini qualche mese fa mi diceva che l’Autonomia è prevista in Costituzione e che mi avrebbe regalato una copia della Costituzione. A questo punto gli direi di tenersela, di regalarla a Giorgia Meloni e di leggerla meglio“.

Schlein: “A questo punto si devono proprio fermare”

“È una sonora bocciatura di una legge sbagliata che voleva spaccare il Paese come abbiamo detto in questi mesi chiedendo alla destra di fermarsi. A questo punto si devono proprio fermare“, ha proseguito ancora la leader dem. 

Conte: “Legge è stata completamente smantellata”

“A leggere bene la sentenza della Corte è stata completamente smantellata. Nelle prime dichiarazioni ho visto che cercano di sorridere rispetto a questo duro colpo, a questa mannaia. Ma se poi la andranno a studiare meglio, sperando che questa volta abbiano bravi consulenti giuridici, vedranno che è stata completamente smantellata. E i pilastri che rimangono sono stati reinterpretati in una prospettiva costituzionalmente orientata”, ha dichiarato il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte

Il futuro dei referendum, Flick: “Parlare su ammissibilità è prematuro”

Ci si interroga intanto, ora che la Corte Costituzionale ha eliminato parti del provvedimento, sul futuro dei referendum abrogativi della legge sull’autonomia differenziata. A riguardo, l’ex presidente della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, presidente del comitato promotore, ha detto a LaPresse che parlare “è prematuro”. Ha aggiunto: “Saranno nell’ambito delle loro rispettive competenze istituzionali sia la Corte Costituzionale a decidere sull’ammissibilità del referendum in considerazione della ‘nuova legge’ sia la Cassazione a decidere se la manifestazione di volontà referendaria mantenga il suo valore e in quale misura rispetto al nuovo testo”.

Legale Sardegna: “Referendum quasi certamente non si terranno”

“Premesso che bisognerà leggere con attenzione la sentenza quando sarà depositata, si possono fare però alcune congetture in ordine ai referendum”, che “quasi certamente” non si terranno, ha detto invece il professor Omar Chessa, docente di diritto Costituzionale e avvocato del collegio difensivo della Regione Sardegna sui ricorsi contro la legge Calderoli. “Gli scenari possibili sono i seguenti: o non si terrà la consultazione referendaria perché è venuto meno l’oggetto, e la Cassazione dovrebbe riformulare il quesito per convertirlo da totale in parziale e indicare con chiarezza su quali disposizioni si svolgerà la consultazione, ma è dubbio che possa farlo; oppure le Camere su iniziativa del Governo reinterverranno sulla legge Calderoli (non è politicamente pensabile che la legge rimanga così, poiché ormai è del tutto inservibile), ma pure in tal caso non ci sarà referendum abrogativo, in quanto venuto meno l’oggetto della consultazione”, spiega il costituzionalista, contattato da LaPresse. “Questo varrà a maggior ragione per i quesiti parziali (presentati dalle Regioni ndr). Che sono quasi sicuramente fuori gioco proprio in relazione alle censure accolte dalla Corte”, aggiunge. “Per quel che riguarda invece il processo attuativo del regionalismo differenziato – conclude – non si bloccherà, ma dovrà ricominciare su nuove basi e presupposti, e cioè muovendo da un ripensamento complessivo del regionalismo italiano e non soltanto avendo come obiettivo il rafforzamento delle regioni forti del Settentrione“.

M5S: “Legge oggi è vuota, referendum a rischio ma obiettivo raggiunto”

“Bisognerà leggere la sentenza della Corte Costituzionale nel suo complesso, ma è evidente che i punti dichiarati incostituzionali sono elementi fondanti della legge. La legge Calderoli oggi è vuota e quindi è possibile che il referendum possa non tenersi, ma l’obiettivo politico è raggiunto, nel senso che i rilievi da noi posti sono stati recepiti e sono sostanziali”, ha dichiarato Alfonso Colucci, capogruppo M5S in commissione Affari costituzionali alla Camera, che rappresenta il Movimento nel Consiglio direttivo del comitato promotore del referendum abrogativo, contattato da LaPresse. “Sono rilievi che attengono a principi fondanti della Costituzione – aggiunge -, unità e indivisibilità della Repubblica, eguaglianza dei cittadini, solidarietà nei rapporti istituzionali tra le regioni, principio di perequazione. La nostra non è una battaglia solo contro il progetto leghista, ma soprattutto in difesa della nostra Costituzione“. 

Zaia: “Il referendum andrà a finire male”

“È fondamentale ricordare che il fatto che l’autonomia sia costituzionale pone non pochi problemi rispetto a quello che dovrebbe essere il futuro referendum. Immagino che andrà a finir male anche questa partita“, ha commentato il presidente del Veneto, Luca Zaia. “Detto tutto questo si continua a lavorare sulle materie ‘non lepizzabili’, su quelle materie che non sono soggette ai Lep, e quindi possiamo lavorare tranquillamente perché non mi risulta che la Corte abbia detto che non si debba lavorare e continuare con le trattative“, ha concluso.

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www.lapresse.it è stato pubblicato il 2024-11-15 11:58:41 da LaPresse


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