A pochi mesi dalla scomparsa, era l’aprile scorso, la Camera di Commercio, omaggia la figura di Francesco Vaccarone con una mostra dedicata all’indimenticabile artista spezzino nel quarantennale della sua prima esposizione nella sede Camerale. Con un vernissage-evento, l’istituzione di Piazza Europa ha aperto le sue porte ospitando la conferenza di presentazione in una sala Marmori stipata in ogni ordine di posto.
Oggi come allora la mostra si chiama “Dall’alba al tramonto” e vuole essere un tributo collettivo al grande viaggio di Vaccarone, nella vita e nell’arte che lo ha accompagnato. Ad aprire la cerimonia le parole di ringrazieremo del vicesindaco Maria Grazia Frijia poi a entrare nel vivo ci ha pensato Davide Mazzola, vicepresidente della Camera di Commercio Riviere di Liguria e anche presidente della CNA spezzina: “Ritroviamo in queste opere e in questo catalogo le tappe di una storia. Mi piace ricordare che Vaccarone dall’inizio della sua attività artistica si è sempre considerato innanzitutto un artigiano e questa sua scelta lo ha portato ad iscriversi alla Cna, e alla CCIAA con la qualifica appunto di artigiano. Ricordiamo con orgoglio che per tutta la sua vita artistica il maestro è stato un iscritto alla nostra Associazione”.
A curare la mostra è stato Paolo Asti, presidente di Startè, che ha scelto, insieme alla famiglia, i quadri esposti: “E’ una mostra che cade a 40 anni esatti da quella che venne organizzata qui nel 1984. Proprio qui incontrai la pittura di Francesco. La cartella dell’epoca si chiamava “Dall’alba al tramonto”, un omaggio che fece al padre che era scomparso poco tempo prima. Erano cinque quadri sulle Cinque Terre. Avevo 20 anni, avrei voluto comprare quei quadri e vent’anni dopo nel suo studio ebbi quella cartella che mi aspettava da quel tempo. Tante persone che c’erano allora ci sono stasera. Questo non è un museo e quindi abbiamo cercato di costruire un’esposizione partendo dagli spazi che potevamo occupare: abbiamo cercato di raccontare i cicli di Francesco. Vedrete delle opere degli anni ‘60, lavori sugli scioperi, sui cortei che fece fra i 21 e i 25 anni. Mi soffermo su quanto fosse presente il sentimento di un ragazzo di quell’età nel cimentarsi su quei temi. Poi c’era il Pasolini di metà anni 70 che è proprio qui in Camera di Commercio, che lo acquistò anni fa. Ci sono lavori sociali che raccontano un intellettuale laico, senza preconcetti. Un intellettuale che affida all’arte la rappresentazione del suo sentire come nel caso dei clochard”. Francesco amava dire che “la vera opera dell’artista è essere nel mondo”.
Commossa la moglie Gabriella Peroni, in prima fila con tutta la famiglia, chiamata per un saluto: “Siamo felici di questa circostanza, ci fa piacere vedere tanti amici. Credo si tratti di un’esposizione molto interessante, sono qui raccolti opere di molti periodi. Franco era un uomo sempre saldo nel suo sentire, nel suo interesse per il sociale, nel suo propendere per il mondo di coloro che avevano meno diritti o i cui diritti erano calpestati. Ci sono i gabbiani, ci sono le forme, ma anche questi dipinti che appartengono ad un periodo un po’ più lontano. Ringrazio Paolo Asti per le scelte, la Camera di Commefcio per questa possibilità di trovarci qui dopo 40 anni. Una sorta di compleanno artistico per mio marito”.
Platea fitta ma molto attenta e inevitabilmente empatica nell’ ascoltare le parole che si susseguono. Collegato dagli Stati Uniti un artista e un amico di Vaccarone, Marco Casentini che prova a fare due proposte concrete: “Ho conosciuto Franco ai tempi in cui frequentavo l’Accademia delle belle arti di Carrara. Sono figlio di migranti e il mio rapporto con lui è stato molto importante dal punto di vista affettivo innanzitutto: mi ha fatto molto da padre e non dimentico che è stato il primo a comprarmi un opera. Mi ricordo le biciclettate che facevamo sul molo, mi ricordo la vita quotidiana che condividevo con lui. La mia proposta? Ne ho due: quella di istituire una tesi da allargare alle accademie e alle università per una tesi su Franco. E poi un concorso per i giovani artisti a suo nome. Sarebbe giusto per arrivare cosi un premio nazionale. Credo poi che sia il comune a dover portare avanti queste idee, magari coinvolgendo la stessa Accademia di Brera”. La chiosa al padrone di casa Marco Casarino, segretario della Camera di Commercio: “Quello di oggi è il primo momento dopo la fine pandemia in cui Sala Marmori re-incontra la città attraverso l’arte recuperando anche alcuni quadri che erano già presenti qui. Ricordo come il presidente Piergino Scardigli abbia creduto per primo nel rapporto con la città e con gli artisti da parte della Camera di Commercio. Stasera riannodiamo i fili”.
La mostra, ad ingresso libero, sarà visitabile siano al 16 dicembre nei seguenti giorni e orari: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 e martedì e giovedì anche dalle 15 alle 17 presso la Camera di Commercio Riviere di Liguria, Piazza Europa 16, La Spezia.
www.cittadellaspezia.com è stato pubblicato il 2024-11-17 00:23:04 da
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