Balogh, Bernabé e Man per la salvezza

Il primo bilancio dell’era Pecchia in Serie A, dopo la seconda sosta, può essere considerato in linea con le aspettative di inizio stagione. Quindicesimo posto e sei punti in tasca: l’impatto con il calcio ‘dei grandi’ per la squadra più giovane del campionato non è stato traumatico, anzi: chiaro, restano negli occhi quelle tre sconfitte nelle ultime cinque partite che hanno sfibrato un po’ l’entusiasmo generato da una partenza a razzo in cui don Fabio aveva domato gli impeti di Fiorentina e Milan con grande maestria alzando l’asticella. Se l’obiettivo (come dichiarato dal tecnico e dal Club) è quello della salvezza, a oggi sarebbe raggiunto e garantito. C’è da dire che all’appello per il Parma mancherebbe pure qualche punto rispetto alle prestazioni offerte ma, allo stesso tempo, anche che quella di Pecchia resta tra le difese più battute del campionato (la quarta).

FASE DIFENSIVA – In Serie A il Parma non domina più il gioco come la maggior parte delle volte accadeva l’anno scorso: la squadra di Pecchia ha mantenuto la vocazione offensiva, ma subisce di più. La qualità si è alzata e la pressione sulla retroguardia è costante. Quindi, a livello difensivo, la squadra deve lavorare. E si spiega così il secondo posto generale per quanto riguarda le respinte. Sono 167 quelle finora effettuate dai gialloblu, a pari del Torino, mentre in testa c’è l’Empoli con 216. Uno dei difensori che ha lavorato maggiormente su questo concetto è l’ungherese Botond Balogh, partito per le gare di Nations League. Lunedì sarà impegnato contro la Bosnia, dopo il riposo forzato di venerdì nella partita contro l’Olanda, a causa di un problemino al polpaccio sinistro che pare già rientrato. Nella giornata di oggi è tornato regolarmente ad allenarsi con il gruppo. E spera che Marco Rossi gli dia una chance prima di tornare a Parma. A proposito di respinte, Botond è il calciatore del Parma che ne ha collezionate di più (43), dietro solo a Ismaili dell’Empoli nella classifica. Numeri che da un lato depongono a favore della crescita dell’ungherese, dall’altro testimoniano come la difesa crociata sia bersagliata. C’è da trovare un po’ di equilibrio tra le due fasi. In attesa del rientro a pieno regime di Nahuel Estevez, massima espressione di garanzia in questo senso. Il deputato alla bussola in sua assenza è Adrian Bernabé, che Pecchia schiera in mediana per ripulire i palloni e innescare la fase di ripartenza. Il centrocampista spagnolo, che nella costruzione del gioco gialloblu è uno dei perni principali, si è messo in luce anche nella graduatoria dei “palloni toccati” fra i centrocampista: è al terzo posto con 522 tocchi, alle spalle di de Roon (536) e Freuler (535). Lo spagnolo sta imparando un nuovo modo di interpretare la sua ‘vocazione’: Pecchia gli chiede sacrificio e lui si applica. Sporca le traiettorie del pallone, sta crescendo nella lettura del gioco. Elementi che, abbinati alla sua tecnica di base e al dinamismo, lo hanno eletto a ‘tuttocampista’.

FASE OFFENSIVA – Non solo fase difensiva, dunque. Adrian lavora benissimo anche in costruzione. Lo spagnolo è presente anche nella “top 5” del campionato per quanto riguarda le occasioni create: 14, una in meno rispetto a gente come Leao e Zaccagni. Al terzo posto di questa graduatoria, invece, c’è un altro giocatore del Parma: Dennis Man con ben 16 occasioni. Una in meno Dimarco e Pulisic entrambi al primo posto con 17 occasioni. Per il rumeno del Parma, tra campionato e Nazionale, è stato un grande inizio di stagione. Già cinque i gol messi a segno (3 con il Parma). Il rumeno è uno dei tre calciatori più utilizzati da Pecchia in questo campionato: con 564’ è secondo solo a Balogh (579’) e Bernabé (617). Man è importantissimo per il modo di fare calcio del Parma. Le verticalizzazioni lo portano a essere la prima scelta per i compagni: ha calciato più di tutti verso la porta avversaria (20) centrandola 8. Media da affinare ma, di sicuro, è da lui che riparte Pecchia per scalare la classifica e blindare la salvezza.