L’AQUILA – E’ stata rinviata la scadenza, da domani 31 luglio al 18 settembre, per rispondere al bando dell’Agenzia regionale di informatica e committenza (Aric), per la concessione delle sorgenti “Sant’Antonio Sponga” e “Fiuggino di Canistro”, e delle acque termali “La salute” e “Santa Croce -Pisciarello”, di Caramanico Terme.
A protestare con veemenza è stato ieri il consigliere regionale Antonio Blasioli del Pd, puntando il dito contro la Regione Abruzzo e la sua società di committenza Aric, con particolare riferimento alla partita di Caramanico, in quanto il rinvio “mette a serio rischio anche la stagione termale 2024. I cittadini di Caramanico e dell’intero comprensorio della Maiella auspicavano di conoscere se fossero o meno pervenute offerte da parte di soggetti privati. Una speranza vana”.
A replicare il presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, di Forza Italia, che spiega quanto segue: “il differimento dei termini di gara si è reso in realtà necessario per correggere dei refusi e per adeguare il bando ad alcune prescrizioni della legge regionale. La settimana prossima sappiamo che verranno pubblicati gli atti rettificati e, nel frattempo, sono anche state fornite le risposte ad alcune richieste di chiarimento pervenute sugli atti di gara”.
Blasioli contesta la scelta del bando unico, e il suo sospetto è che a bloccare la partita di Caramanico sia quella ben più complessa e agguerrita di Canistro.
Infatti la ex concessionaria Santa Croce, dell’imprenditore Camillo Colella, ha impugnato il bando, pubblicato il 16 luglio. perché ritenuto eccessivo il valore dei beni posti a base d’asta, tanto da poter scoraggiare gli operatori dal partecipare alla gara.: 1.504.170.869,67 euro al netto dell’Iva per una concessione di 20 anni. E precisamente 1.451.573.801,14 euro per la Santa Croce e la Fiuggino, e 52.597.068,53 euro per le acque termali di Caramanico Terme. Una quantificazione che ha come conseguenza l’obbligo di inserire nell’offerta una garanzia provvisoria di circa 30 milioni, pari al 2% del valore posto a base d’asta, e che deve coprire dal rischio di una eventuale mancata sottoscrizione del contratto da parte del concessionario o dall’adozione di interdittive antimafia.
Il Tar ha però respinto il ricorso, con la motivazione di “inammissibilità per carenza di interesse”, in quanto la società è in concordato preventivo, e la legge regionale 15 del 2022, all’articolo 36 comma 5 esclude appunto la possibilità di ottenere una concessione messa a bando.
Respinto anche l’appello al Consiglio di Stato, e assicura a questo proposito Sospiri, “stiamo blindando in ogni modo rispetto ai ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato”, la partita. e ricorda che “sia il Tar e il Consiglio di Stato hanno sino a oggi respinto le istanze cautelari della Santa Croce e siamo fiduciosi anche sul giudizio di merito”.
Certo è che non veglia una buona stella sulla concessione delle acque di Canistro, sin dalla revoca, avvenuta a inizio di sei anni fa, a seguito di un ricorso della Regione Abruzzo e del Comune di Canistro, con conseguente stop all’imbottigliamento e negazione di proroghe in attesa di nuovo affidamento, e con 75 operai rimasti senza lavoro.
A seguire un feroce contenzioso, un bando affidato a Norda, con la Santa Croce in corsa ed esclusa, bando finito poi con un buco nell’acqua, visto che Norda ha fatto un passo indietro, a causa della mancanza, come detto, di terreni dove realizzare lo stabilimento.
Poi ancora un nuovo bando, nel febbraio 2019, a cui hanno partecipato la Santa Croce, e la San Benedetto, con la prima che ha vinto provvisoriamente e la seconda che non ha raggiunto i requisiti minimi. Il Tar però ha poi annullato tutto nel giugno 2021, su ricorso della San Benedetto, per irregolarità fiscali della Santa Croce. A fine marzo dell’anno scorso il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della Santa Croce, confermando la decisione del Tar. Con la necessità di indire un terzo bando, quello pubblicato pubblicato il 16 giugno , sul portale acquisti telematici della Regione Lazio “Stella”, da parte dell’Aric.
LA NOTA DI BLASIOLI
Siamo davanti ad una circostanza sconcertante che testimonia, semmai ce ne fosse ancora bisogno, tutto il pressapochismo e la disavvedutezza di questa Giunta regionale, che sembra voler buttare la palla in tribuna e procrastinare oltremodo questa situazione di stallo che grava enormemente su un territorio a forte vocazione turistica.
Riunire infatti in un solo avviso sia la concessione delle acque di Caramanico che quella relativa alle sorgenti di Canistro significa non comprendere l’importanza delle Terme per Caramanico, e forse anche che il centrodestra ha deciso di rinviare la soluzione di Caramanico Terme al prossimo governo regionale.
Vogliamo tuttavia rammentare le dichiarazioni del Presidente Marsilio, che lo scorso 5 gennaio recandosi a Caramanico promise l’immediata pubblicazione del bando, e come il 22 maggio 2023 furono gli stessi Commissari liquidatori, dopo due esperimenti di asta pubblica a ribasso, a sollecitare l’uscita del avviso per la concessione delle acque, sostenendo – lo si legge in un passaggio – che “Nell’aprile 2022 la Regione forniva ai curatori rassicurazioni circa la predisposizione di quanto necessario. Consapevole e motivata, la curatela fallimentare si è attivata per abbreviare i tempi delle attività finalizzate alla vendita delle strutture, auspicando, quanto meno, la contestualità tra la pubblicazione dell’avviso di vendita e le determinazioni regionali finalizzate all’assegnazione delle nuove concessioni, al fine di rendere più appetibile e celere la collocazione. Il tempo è trascorso senza che si stabilissero intese programmatiche con la Regione Abruzzo. La descritta situazione rappresenta un segnale concreto della necessità di procedere alla liquidazione unitamente alla possibilità, per i soggetti interessati, di acquisire lo sfruttamento delle acque termali per poter riavviare le attività che rispondono anche a una necessità terapeutica di interesse pubblico. Per tale ragione si ritiene necessario attendere le determinazioni Regionali stimolate, oltre che dai curatori, dagli interessi comunali e da tutti coloro che vedono da anni paralizzate le attività turistico alberghiere che facevano di Caramanico Terme un centro di eccellenza del settore termale”.
Il 14 giugno 2023 è stato infine pubblicato il bando, inaspettatamente congiunto a quello per le acque minerali delle due sorgenti di Canistro, circostanza che ha determinato la proposizione di un ricorso con annessa richiesta della misura cautelare della sospensiva da parte di Santa Croce S.r.l.. Il TAR di Pescara con ordinanza n. 84/2023 non l’ha concessa, ma la decisione è stata impugnata dinanzi al Consiglio di Stato.
Con il rinvio della scadenza al 18 settembre 2023, senza tra l’altro che sia stata presentata alcuna faq per le acque termali di Caramanico, trascorrerà inutilmente un altro mese e mezzo, dato che con ogni probabilità non perverranno offerte.
Oltretutto questa proroga significa mettere a rischio anche la stagione termale 2024, perché, vogliamo ricordarlo, anche qualora dovesse esserci qualche soggetto interessato, non sappiamo né possiamo prevedere che lo stesso acquisti lo stabilimento alla terza asta, che ad oggi non è stata ancora fissata.
Considerata la grave e perdurante situazione di stallo che riguarda le terme di Caramanico, chiuse ormai da anni a causa del fallimento dell’ex concessionaria con ingenti ripercussioni sulle attività ricettive e commerciali del territorio, riteniamo opportuno richiedere con urgenza che la Giunta regionale prenda in considerazione la proposta che il gruppo regionale del Partito Democratico e il Gruppo comunale Uniti per Caramanico avanzano da tempo, ovvero acquistare i lotti attualmente oggetto di procedura fallimentare e riunire in un solo soggetto beni immobili e concessione delle acque termali.
L’acquisizione del primo lotto, quantomeno in un primo momento, consentirebbe infatti di riunire in un unico soggetto la titolarità di acqua e beni immobili e quindi, di conseguenza, esperire un’unica gara, e soprattutto scongiurare un domani che un nuovo fallimento di un privato possa provocare un’ulteriore chiusura prolungata, con tutto ciò che sta comportando per l’economia del comprensorio.
Questo rinvio passato sotto silenzio rappresenta la cifra della superficialità con cui si sta affrontando questo tema sia a livello di governo regionale che comunale, e rischia di innescare quella bomba sociale che è ormai sul punto di esplodere, dato che Caramanico è sempre più oggetto di depauperamento e spopolamento – affermano i consiglieri comunali Luca La Selva e Rita Silvaggi, intervenuti in conferenza -. È arrivato il momento di invertire la rotta, ora stiamo entrando anche nel clima elettorale e non vogliamo più assistere a giochi politici sulla pelle di questo territorio martoriato.
LA NOTA DI SOSPIRI
La prossima settimana gli Uffici regionali pubblicheranno gli atti di gara definitivi e corretti per l’affidamento delle Terme di Caramanico che rappresentano una priorità per il Governo regionale. Mentre il Pd gioca a lanciare inutili allarmismi, noi stiamo lavorando ogni giorno per difendere il territorio, il suo patrimonio e posti di lavoro. Contrariamente al Pd, noi vogliamo essere fiduciosi: sappiamo che ci sono operatori che hanno già effettuato i sopralluoghi manifestando così interesse nei confronti della gara d’appalto, che stiamo blindando in ogni modo rispetto ai ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato.
Siamo francamente sconcertati dalle affermazioni del Pd che lascia paventare rinvii strumentali della gara per lasciare le Terme di Caramanico in una situazione di stallo.
La verità è ben diversa: stiamo seguendo passo dopo passo le vicende che interessano la struttura e il nostro progetto di rilancio e rinascita.
Il differimento dei termini di gara si è reso in realtà necessario per correggere dei refusi e per adeguare il bando ad alcune prescrizioni della legge regionale.
La settimana prossima sappiamo che verranno pubblicati gli atti rettificati e, nel frattempo, sono anche state fornite le risposte ad alcune richieste di chiarimento pervenute sugli atti di gara. Sappiamo anche che ci sono operatori interessati che hanno anche eseguito il sopralluogo propedeutico presso il complesso termale, per cui stiamo blindando gli atti contro qualunque contestazione da parte della Santa Croce.
Fra l’altro, contrariamente a quello che omette di dire il Pd, sia il Tar che il Consiglio di Stato hanno sino a oggi respinto le istanze cautelari della Santa Croce e siamo fiduciosi anche sul giudizio di merito.
Si porgono cordiali saluti
Presidente del Consiglio
Regione Abruzzo
Lorenzo Sospiri
Pescara, 28 luglio 2023
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