Bari, al processo per il suo ferimento la vittima salva l’uomo del clan Parisi: «Non ho visto chi mi ha sparato»



BARI – Ha detto di non aver visto chi aveva sparato e di aver pensato, in un primo momento, di essere stato colpito per sbaglio. E solo successivamente ha capito che quei colpi erano diretti a lui, probabilmente per le frasi che diceva in giro, nel quartiere Japigia di Bari, sulla madre e sul padre di Filippo Mineccia, ritenuto esponente di rilievo del clan Palermiti, ora in carcere per gravi vicende di mafia (tra cui l’omicidio di Walter Rafaschieri del 2018, per il quale Giovanni Palermiti, figlio del boss Eugenio, è stato condannato all’ergastolo).

Nicola Girone, per qualche mese compagno della madre di Mineccia, è stato ascoltato oggi in tribunale a Bari. Per la Dda, nel 2016 sarebbe stato raggiunto da almeno cinque colpi di pistola che lo ferirono a una coscia e a un fianco, ferite per le quali rimase a lungo in ospedale. Ma nell’agguato rimase ferito al piede anche un altro uomo.

Girone per sua stessa ammissione avrebbe fatto commenti poco eleganti nei confronti della madre di Mineccia e dell’ex marito della donna. E questo, secondo gli inquirenti, avrebbe scatenato la reazione dello stesso Mineccia, che non avrebbe tollerato l’affronto e avrebbe reagito ferendo Girone. L’agguato avvenne il 24 febbraio 2016 davanti a un chiosco di via Caduti Partigiani, nel quartiere Japigia, in cui la vittima si era recata per bere una birra. 


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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-10-23 18:42:02 da Redazione online


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