Bari, cibo e salute: «Disordini gastrointestinali in aumento tra bambini e adolescenti»



I disordini gastrointestinali funzionali tra bambini e adolescenti stanno aumentando in tutti i Paesi industrializzati per via del cambiamento dello stile di vita. Il colon irritabile, per esempio, interessa il 15% della cittadinanza pediatrica”. Così Ruggiero Francavilla, ordinario di pediatria presso il Dipartimento Interdisciplinare di Medicina (Dim) e responsabile dell’Unità Operativa semplice di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica presso l’Azienda Universitaria Ospedaliera del Policlinico di Bari – Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII a margine dell’incontro ‘La Filiera Italiana Nel Piatto Del Bambino’, promosso da Coldiretti.

Mangiare bene, evitando i prodotti ultra processati diventa quindi fondamentale in tutte le fasi della vita. Per tutelare i bambini da 0 a 3 anni, Francavilla sottolinea anche l’importanza di saper distinguere il biologico dal baby food. “Il biologico è una scelta buona in generale perché deve rispettare delle procedure che non prevedono l’utilizzo di alcune sostanze, però questo non implica ad esempio che il vento possa portare del pesticida usato a un chilometro di distanza su queste piante”. Tra le problematiche evidenziate, la presenza di micotossine.

“Vengono portate da dei funghi che parassitano la pianta e quindi il biologico non può difendersi. Bisogna fare anche attenzione all’origine del biologico, perché ad esempio ci sono dei prodotti in altre nazioni che permettono l’uso di alcune sostanze proibite in Italia. Quindi c’è biologico italiano e c’è biologico estero. Il baby food – prosegue- invece è una garanzia di processo, ovvero le leggi impongono che i pesticidi non devono essere presenti, quindi i baby food devono garantire l’assenza di pesticidi nella materia prima”. Anche la mamma poi, dovrebbe mangiare bene. “Alcuni studi condotti su migliaia di donne negli Stati Uniti hanno rilevato che su 200 donne nessuna aveva meno di 4 contaminanti nel sangue. Bisognerebbe promuovere l’educazione alimentare non solo tra i pediatri, ma anche tra i ginecologi, perché molte vulnerabilità nascono quando i bambini sono ancora nella pancia della mamma”, conclude.


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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-05 13:49:22 da Redazione online


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