Bari, così è stato scoperto il bancario spione: «Coviello cercò la carta di credito di una parente»



BARI – Intesa Sanpaolo si scusa e riconosce l’accesso «ingiustificato» ai dati dei clienti per colpa della «grave violazione delle procedure» messa in atto da un dipendente «infedele». Proprio alla vigilia dell’avvio degli accertamenti tecnici sui telefoni e i dispositivi elettronici sequestrati giovedì al 52enne di Bitonto, indagato per intrusione informatica e procacciamento di notizie sulla sicurezza dello Stato, la banca chiede scusa dichiarandosi «dispiaciuta».

Ma l’inchiesta coordinata dal procuratore Roberto Rossi e dall’aggiunto Giuseppe Maralfa riguarda anche Intesa, iscritta tra gli indagati in base alla legge 231 sulla responsabilità degli enti: dovrà dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare ciò che viene contestato a Coviello, ovvero di aver fatto 6.637 accessi ingiustificati ai sistemi informatici per leggere informazioni anagrafiche, saldi e movimenti di conto corrente e a volte anche delle carte di credito. Riuscendo ad avere accesso ai conti della premier Giorgia Meloni, della sorella Arianna e di altri sei ex presidenti del Consiglio: ricerche che l’uomo ha garantito di aver fatto «per curiosità personale», spiegando di non aver mai comunicato nulla a terzi. E dall’esame dei suoi dispositivi informatici i pm vogliono capire proprio se ha mai mandato a qualcuno documenti o screenshot, o – peggio – se qualcuno gli ha chiesto di procacciare informazioni.

A far aprire l’inchiesta è stata la denuncia presentata da un correntista della filiale di Bitonto, un medico del Policlinico, avvertito dalla banca insieme ad altre 8 persone. A fare scattare l’«alert di primo livello» era stata una ricerca che Coviello ha fatto il 12 ottobre 2023 sui movimenti dei 10 giorni precedenti della carta di credito di una sua parente acquisita. Il bancario ha risposto di averlo fatto per errore, ma la banca ha deciso di andare a ritroso e ha accertato che nelle 640 giornate lavorative tra il 21 febbraio 2022 e il 24 aprile 2024 erano stati registrati 6.637 accessi «apparentemente non giustificati da esigenze lavorative su posizioni di clienti estranei al suo portafoglio commerciale e al di fuori del perimetro di competenza della Filiale Agribusiness di Barletta». Tra loro anche 77 vip e 73 colleghi di Coviello. Coviello è stato sospeso a maggio e licenziato l’8 agosto 2024. Intesa ha presentato una denuncia formale solo il 21 agosto.

È vero che la maggioranza delle interrogazioni di Coviello è durata meno di 30 secondi: vere e proprie esplorazioni (ad esempio sul nome di Michele Emiliano) per capire se la persona avesse o meno un conto in Intesa. Ma ce ne sono altre definite «quasi giornaliere», e durate anche «diverse ore»…

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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-10-14 07:00:01 da


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