Bari, dopo 8 mesi torna libera Mari Lorusso e anche Olivieri spera di lasciare il carcere



BARI – Dal giorno delle elezioni che la videro proclamata consigliera comunale, a maggio 2019, Maria Carmen Lorusso non ha più avuto contatti con le persone che – nell’impostazione accusatoria – avrebbero procacciato voti a suo favore su input del marito Giacomo Olivieri. È su questa base che ieri il Tribunale di Bari (presidente Marco Guida) ha revocato i domiciliari alla 38enne moglie dell’ex consigliere regionale considerato il fulcro dell’operazione «Codice Interno» sui rapporti tra mafia e politica.

I giudici hanno dunque accolto l’istanza dei difensori di Lorusso, Gaetano e Luca Castellaneta, su cui la Dda di Bari ha espresso parere positivo: già una volta la Procura aveva dato l’ok al ritorno in libertà della ex consigliera comunale barese, ma il gip aveva bocciato l’istanza.

Cosa è cambiato? I giudici del merito, così come già hanno fatto i colleghi del Riesame, si stanno infatti uniformando alle recenti pronunce della Cassazione sulla permanenza delle esigenze cautelari a carico degli incensurati accusati di concorso in associazione mafiosa. La Cassazione ha sostanzialmente affermato che, ferme restando le «presunzioni» previste dalla legge, per chi non ha precedenti di mafia è comunque necessario verificare l’attualità delle condotte. E i fatti di cui parliamo sono invece fermi a 5 anni fa.

Mari Lorusso è accusata di essere l’«utilizzatore finale» dei voti che suo marito Giacomo Olivieri (ristretto in una cella di alta sicurezza nel carcere di Lanciano) avrebbe comprato da esponenti dei clan mafiosi baresi. All’epoca della campagna elettorale – hanno fatto notare i difensori – la donna era in gravidanza, e non ha partecipato ai presunti accordi illeciti tra Olivieri e gli esponenti dei clan (incensurati pure loro). «Nel caso di specie – ha scritto il Tribunale nel provvedimento di revoca depositato ieri – la risalenza dell’epoca del commesso reato e lo stato di incensuratezza dell’imputata – a carico della quale non risultano precedenti giudiziari e di polizia, precedenti e/o successivi ai fatti per cui si procede – letti alla luce del principio di diritto espresso dalla Corte di Cassazione relativamente a coimputati versanti nelle medesime condizioni» consente «di ritenere cessate le esigenze cautelari».

La Cassazione si è pronunciata, ad esempio, sul caso di Michele De Tullio, il 60enne ex dipendente dell’Amtab che è accusato (tra l’altro) di aver procacciato voti per la Lorusso con i soldi di Olivieri. L’uomo, incensurato, era finito in carcere il 26 febbraio: il Riesame, dopo il rinvio dalla Cassazione, ha rilevato la cessazione delle esigenze di custodia cautelare sulla base del fatto che le condotte contestate sono molto risalenti nel tempo.

A 8 mesi dal blitz che ha infiammato la politica barese, facendo emergere i presunti rapporti con i clan sulla base delle accuse di associazione mafiosa finalizzata al voto di scambio (oltre che le presunte infiltrazioni criminali nella società cittadina di trasporto pubblico) sono diverse le persone che hanno lasciato i domiciliari o anche il carcere. Negli scorsi giorni ad esempio il gup De Salvatore ha revocato i domiciliari a Toni Petroni, l’imprenditore ritenuto socio occulto di Gaetano Strisciuglio, esponente dell’omonima consorteria criminale: era anche lui tra i candidati (al Municipio) alle Comunali 2019. La revoca è stata disposta per motivi di salute.

L’inchiesta Codice interno condotta dai pm Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino è nel frattempo approdata a processo, con 13 imputati (tra cui Maria Carmen Lorusso e il padre) che hanno scelto il rito ordinario (prossima udienza mercoledì), e altri 108 che hanno optato per l’abbreviato (oggi è prevista una nuova udienza). Tra loro c’è pure Olivieri, che ha già chiesto di essere interrogato dal gup. Il ritorno in libertà della moglie sulla base del principio affermato dalla Cassazione apre, almeno in linea teorica, alla possibilità che pure il 63enne ex consigliere regionale possa chiedere l’attenuazione della misura cautelare e ottenere i domiciliari, visto che pure lui è incensurato e che sono già stati ritenuti insussistenti i rischi di inquinamento probatorio: Mari Lorusso aveva, infatti, già ottenuto dal gip l’autorizzazione ai colloqui con il marito. 


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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-10-25 06:00:01 da


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