Bari, in cella col telefonino: nuove accuse al tiktoker «Kekko Loco»


BARI – La lezione evidentemente non gli era bastata. Essere finito in cella per aver violato le prescrizioni imposte dagli arresti domiciliari pubblicando in tre mesi ben 133 TikTok non ha fermato «Kekko Loco», nome d’arte di Francesco Orlando, 25 anni, barese, e la sua smania di essere «connesso».

E così, anche dietro le sbarre, nel chiuso di una cella di detenzione, il 25enne non ha resistito e si è procurato un telefonino. Se lo abbia usato, o avesse in mente di farlo, per pubblicare sui social altri post, non è dato saperlo. Fatto sta che nei giorni scorsi gli agenti di polizia penitenziaria hanno trovato e sequestrato nella cella del carcere di Bari che il giovane detenuto condivideva con altre due persone, un telefonino, una scheda e auricolari.

Quando l’agente è entrato nella stanza di detenzione, intorno alle 14 del 10 novembre, il 25enne aveva il telefono acceso, con la sim inserita e nessun codice di blocco del cellulare. Immediati sono scattati il sequestro dell’apparecchio (poi convalidato) e la denuncia per il reato di «accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti».

Al già discreto curriculum criminale di Orlando, si aggiunge ora anche questa nuova contestazione. Il ragazzo non risulta inserito in contesti di criminalità organizzata, ma nell’ultimo anno era già stato arrestato in flagranza per possesso e spaccio di droga. L’ultima volta il 30 aprile scorso. Gli agenti della squadra mobile di Bari lo avevano fermato a bordo di un’auto, non sua, in viale Europa nel quartiere San Paolo. La perquisizione del veicolo aveva consentito di trovare diverse dosi di sostanza stupefacente nascosta in una sacchetto di pelle nera incastrato in una grossa spugna messa sotto la pulsantiera dei vetri elettrici all’interno della portiera lato autista.

Nel sacchetto c’erano 28 cipollette di cocaina (per complessivi 22 grammi, corrispondenti a 46 dosi) e una bustina in cellophane contenente hashish (circa 4 grammi pari a 44 dosi). La droga veniva sequestrata, insieme all’auto e a 50 euro in contanti, e il 25enne arrestato. Il giorno dopo, nell’udienza di convalida, il giovane pusher aveva ammesso gli addebiti e gli erano stati concessi gli arresti domiciliari, dove è rimasto fino alla fine dell’estate.

Nel frattempo si è celebrato il processo con rito abbreviato, che si è concluso con la condanna in primo grado a 3 anni e 4 mesi di reclusione e 8mila euro di multa. «Lo stupefacente – spiegava il giudice nella sentenza – risulta destinato a uso non meramente personale, come reso evidente dal quantitativo non certo irrisorio, dalla suddivisione in dosi, dal porto in luogo pubblico, dalle modalità di occultamento, dalla disponibilità di sostanze di diversa tipologia».

Peraltro era stato lo stesso imputato ad ammettere lo spaccio. A tutto questo si aggiunge che il 25enne è un recidivo. Dal casellario giudiziale, infatti, risulta già condannato a 2 anni di reclusione (pena sospesa) per narcotraffico e sostituzione di persona a febbraio 2024 (i fatti risalivano a maggio 2023). «Il fatto che sia tornato, dopo un brevissimo lasso di tempo, a commettere reati della stessa indole, – secondo il Tribunale – dimostra come sia rimasto del tutto insensibile alle precedenti esperienze giudiziarie e incapace di contenere l’impulso a delinquere, ritraendo, peraltro per sua stessa ammissione, una fonte di reddito dallo spaccio di droga». La nuova condanna, in attesa dei successivi gradi di giudizio, la stava scontando ai domiciliari, ma i 133 TikTok realizzati e postati da maggio ad agosto lo hanno riportante in cella. E qui, qualche giorno fa, ha pensato bene di aggravare ulteriormente la sua posizione procurandosi un telefonino (come purtroppo tanti altri detenuti, stando a quanto risulta dalle cronache quotidiane degli istituti di pena). Magari per arricchire la galleria video del suo profilo TikTok.

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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-17 07:10:00 da


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