Bari, Leccese accelera per la nuova giunta e incontra Laforgia e i dirigenti Pd


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BARI – Martedì gli incontri romani con il dem Francesco Boccia e il vendoliano Nicola Fratoianni, ieri mattina il tavolo con la Convenzione democratica di Michele Laforgia, poi una riunione con il Pd: Vito Leccese, neosindaco con una giunta ponte, affretta i tempi (già lunghi) per nominare il suo nuovo esecutivo.

Il passaggio nella Capitale è servito a condividere schemi e equilibri, il dialogo con Laforgia a stemperare le polemiche scaturite dalla richiesta di spazi di peso avanzata dai dem Marco Lacarra e Gianfranco Todaro. Il penalista, nel richiedere questo mini vertice, aveva anche chiesto lumi sulla nomina di Elisabetta Vaccarella come vicesindaco metropolitano e sulla deliberare che aumenta l’emolumento del diretto generale, «pretesti» per rivendicare una maggiore condivisione delle scelte politiche. «Il sindaco – è scritto nella nota post incontro – ha incontrato Michele Laforgia e il Pd ai quali ha manifestato l’esigenza di addivenire alla composizione di una compagine di Governo in cui tutti possano riconoscersi. L’obiettivo comune deve essere quello di lavorare per una coalizione di centro sinistra larga che tenga dentro tutte le esperienze di sensibilità ambientalista e pacifista. Questa premessa richiama inevitabilmente al senso di responsabilità di tutti i soggetti, che devono mettere davanti alle singole richieste, seppur in alcuni casi legittime, l’importanza della coalizione che dovrà guidare la città nei prossimi anni».

Leccese, con l’autorevolezza che gli dà l’esser stato eletto con il 70% ha quindi richiamato tutti ad un maggior impegno nel dare compattezza alla coalizione, non alimentando polemiche e divisioni. Di sicuro però la richiesta dem di ottenere il vicesindaco e almeno altre quattro posizioni in giunta sembra essere uno dei punti fermi della segreteria di Via Re David.

Nelle stesse ore l’opposizione, con una nota di Fdi e Fi, chiede l’assegnazione alla minoranza della presidenza del consiglio comunale. «Dopo 2 mesi dalle elezioni comunali – attaccano forzisti e meloniani – il Consiglio comunale non risulta insediato e neppure proclamato. Eppure, secondo l’ordinamento, il Consiglio è l’organo di indirizzo e di controllo dell’operato dell’Amministrazione comunale. Peraltro, per statuto della Città di Bari, il ruolo di presidente o vicepresidente del Consiglio comunale, va assegnato agli esponenti delle minoranze/opposizioni, come contrappeso degli specifici poteri e incisivi assegnati dalla legge al sindaco e alla giunta; nonché dei “premi” elettorali spettanti (per legge) alle forze politiche uscite vincenti dalla competizione elettorale».

Al centrodestra ha replicato Michele Laforgia: «La presidenza del Consiglio comunale? Sarebbe opportuno individuare e, auspicabilmente, eleggere, una figura che rappresenti una garanzia per tutti e non solo per la maggioranza o la minoranza”. E all’accusa ricorrente di aver con la Convenzione ottenuto seggi che spettavano all’opposizione, ha ribattuto così: «La legge elettorale per i Comuni prevede che i candidati ammessi al ballottaggio hanno facoltà, entro sette giorni dalla prima votazione, di dichiarare il collegamento con ulteriori liste rispetto a quelle già in coalizione, e che alle liste collegate al Sindaco eletto al secondo turno viene assegnato almeno il 60 % dei seggi, mentre i restanti seggi vengono ripartiti proporzionalmente al risultato già ottenuto».

Entro venerdì si dimetteranno gli assessori della giunta ponte, mentre la prossima settimana potrebbe essere operativa la giunta Leccese 2.




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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-08-08 06:00:03 da Redazione online


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