Bari, morì a 12 anni per ipertermia: a sorpresa una nuova perizia

BARI – A più di sette anni dalla tragedia che ha stroncato la vita della 12enne barese Zaray Tatiana Coratella Gadaleta, morta per una ipertermia maligna dopo un intervento di riduzione di una frattura al femore, procurata da una banale caduta mentre giocava in un parco, il processo sulle presunte responsabilità per quel decesso subisce un colpo di scena nel giorno in cui era attesa la sentenza. Al termine del lungo dibattimento in cui hanno sfilato medici, infermieri e consulenti, il giudice ha deciso di non decidere. Anziché venir fuori dalla camera di consiglio con un dispositivo di sentenza, di condanna o di assoluzione, nei confronti dell’unico imputato, Leonardo Milella, ex primario del reparto di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari dove il 19 settembre 2017 morì la 12enne, il Tribunale ha disposto una perizia medico legale. Le testimonianze evidentemente non hanno chiarito tutti gli aspetti della vicenda e così il prossimo 25 ottobre sarà conferito l’incarico ad un esperto, probabilmente un anestesista, che sciolga i dubbi. Il punto focale del processo riguarda i tempi di somministrazione del farmaco che avrebbe potuto, o forse no, salvato la vita alla bambina affetta da una patologia congenita mai diagnosticata prima.

Per Milella, a giudizio con l’accusa di omicidio colposo, la Procura di Bari nei mesi scorsi ha chiesto la condanna a 2 anni di reclusione. La famiglia della vittima, costituita parte civile con l’avvocato Michele Laforgia, ha chiesto un risarcimento danni di un milione di euro.

All’ex primario gli inquirenti contestano di non aver diagnosticato in tempo la patologia congenita di cui soffriva la bambina, somministrandole quindi in ritardo un farmaco salvavita, che peraltro mancava in sala operatoria, quando la 12enne era stata ormai trasferita in terapia intensiva con una febbre di 43,6 gradi…

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