Bari, tragedia del 17enne morto in moto: il Comune diffida Aqp ed Enel a ripristinare l’asfalto

BARI – Ripristinare l’originale stato dei luoghi, così come erano prima che gli scavi realizzati rispettivamente dall’Acquedotto pugliese Spa, per la ristrutturazione della rete idrica e l’Enel per la sostituzione di cavi elettrici, rendessero il fondo stradale di Corso Alcide De Gasperi, nel tratto compreso tra i civici 334 e 477, in prossimità della stazione carburanti Q8, irregolare, deformato, con rattoppi e piccoli dislivelli.

Esattamente su questa lingua (irregolare e consumata) di asfalto lunga più o meno 250 metri, la mattina dello scorso 16 novembre ha trovato la morte (arrivata dopo un giorno agonia nella Rianimazione dell’ospedale Di Venere) il 17enne Matteo Cappelluti, cadendo in maniera rovinosa con la sua moto 125 e schiantandosi contro un palo della luce. Stava andando a scuola e per cause che potrebbero essere legate alla struttura della pavimentazione ha perso il controllo del suo Motar Fantic 125. Ora la carreggiata, nella sua parte «calpestabile» è dimezzata. La corsia lungo la quale si è consumata questa tragedia è stata posta sotto sequestro. Qui si stanno concentrando gli accertamenti. Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo per omicidio stradale nei confronti – come atto dovuto – dei due direttori dei lavori di rete fognaria e rete elettrica fatti di recente per conto di Aqp ed Enel. Le indagini sono state affidate alla Polizia locale sotto il coordinamenti dal pm Luisiana Di Vittorio. È possibile che la Procura disponga l’acquisizione dei documenti relativi agli ultimi cantieri che hanno interessato quel tratto di strada sottoposta ad una serie successiva di interventi di scavo, sbancamento, rinterro, tombamento e ripristino del manto in asfalto.

Il secondo passo dell’inchiesta sarà poi capire a chi sarebbero dovuti toccare gli interventi di ripristino e di messa in sicurezza per identificare eventuali responsabilità.

Il cronoprogramma delle indagini prevede un secondo sopralluogo con il ricorso a telelaser e drone, poi il dissequestro dell’area (50 metri quadrati complessivi) per restituire quanto prima alla rete viaria urbana un tratto solitamente ad alta percorrenza.