BENESSERE ANIMALI DEL CIRCO / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO — Sito Ufficio Stampa Comune di Modena

BENESSERE ANIMALI DEL CIRCO / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO — Sito Ufficio Stampa Comune di Modena


L’interrogazione sul circo Maya Orfei Madagascar presentata dal consigliere Stefano Manicardi alla quale ha risposto la vice sindaca Francesca Maletti, è stata trasformata in interpellanza su richiesta di Mari Grazia Modena (Modena per Modena). 

Dopo aver premesso che “la sensibilità nei confronti degli animali è segno della civiltà di un Paese”, la consigliera si è detta “stupita di aver trovato l’annuncio dello spettacolo sul sito del Comune, segno di contraddizione di un’amministrazione che si è sempre dichiarata a favore del benessere animale”, chiedendo come mai sia stato permesso l’attendamento. Ha proseguito, quindi, affermando che “i circhi devono smettere di lavorare con gli animali, non guadagnarci sopra. Il Comune deve tornare a prevedere la regolamentazione, le leggi europee e nazionali procedono, anche se a rilento”.

Per il Movimento 5 stelle, Giovanni Silingardi ha precisato che la questione è normativa: “I ricorsi dei circhi accolti dal Tar hanno riguardato i provvedimenti dei Comuni, Modena compresa, perché è tutt’ora in vigore una norma nazionale che consente l’uso degli animali nei circhi. Il punto centrale, quindi, è la norma nazionale, quello che possiamo fare è invitare il governo a discutere la legge in parlamento. Ci sono decisioni recenti del Tar che danno ragione ai Comuni: si apre, quindi, la possibilità anche per la nostra amministrazione di intervenire sul regolamento individuando meccanismi a tutela del benessere animale”.

Secondo Giovanni Bertoldi (Lega Modena) il Comune deve verificare il rispetto delle regole da parte dei circhi, “ma un rapporto di addestramento tra uomo e animali è sempre esistito. I bambini, inoltre, vanno al circo proprio per vedere gli animali dal vivo e di sicuro ci sono spettacoli circensi senza animali ma piacciono soprattutto agli adulti”. Per il consigliere, “dire no agli animali nel circo vuol dire che ci prendiamo la responsabilità di mettere fine a una tradizione secolare. I circhi andranno a esaurimento naturalmente, lasciamo che lo facciano con lentezza anche per salvaguardare chi ci lavora”.

Per Martino Abrate (Alleanza verdi sinistra), la “condanna dei circhi con animali deve essere totale: non c’è futuro per il pianeta se non in una visione che preveda la convivenza tra natura, genere umano e animali in condizioni di parità. Non si può parlare di benessere animale finché ci sono realtà che possono costringerli a fare cose che non sono nella loro natura. E cosa insegna a un bambino un animale in cattività?”. Il consigliere si è augurato, infine, che “la gente stessa faccia richiesta di circhi senza animali”. 

Alberto Bignardi (Pd) ha affermato che il circo “rappresenta una pratica che non può essere ignorata in una società sempre più sensibile alla condizione degli animali. Le linee guida europee vanno verso il divieto totale per gli spettacoli con animali ed è necessario che anche Modena si allinei, evitando in futuro eventi simili. Chiediamo, quindi, all’amministrazione di effettuare controlli rigorosi nel rispetto delle norme, di mettere mano al regolamento vietando l’uso di animali nei limiti del possibile, di favorire un cambiamento culturale”.

In replica, il consigliere si è detto “soddisfatto”, auspicando che “il tema sia mantenuto nell’agenda politica per progredire come Paese”. La Dichiarazione dei diritti degli animali, infatti, ha aggiunto, risale già al 1978 e “se si hanno a cuore i diritti dell’uomo e degli altri esseri viventi è bene adeguare le norme: rivedere i regolamenti dove è possibile ma, soprattutto, dare impulso all’approvazione di una legge nazionale all’altezza delle mutate esigenze su questi temi”.

Concludendo il dibattito, l’assessora Maletti ha ricordato che “le amministrazioni locali si muovono nel perimetro fissato dalle leggi nazionali. La revisione del regolamento, quindi, dovrà restare in quel perimetro per non essere invalidata dal Tar: non si potrà vietare l’attendamento, ma si potrà, per esempio, imporre il pagamento di una tassa di occupazione del terreno e prevedere prescrizioni ulteriori per il benessere degli animali da verificare con i veterinari. Ci stiamo lavorando”.




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