Beni confiscati. Nota stampa consiglieri PD, M5S, AVS, Oso, Gruppo Misto e Miceli


Notizie (data pubblicazione 30 Gennaio 2025)

“Dopo le nostre denunce, l’Amministrazione ha fatto una parziale marcia indietro su alcuni punti del bando per la concessione dei beni confiscati alla mafia, spostando la scadenza al 15 febbraio, ma restano ancora troppe criticità e punti oscuri.”

Questo quanto dichiarato dai consiglieri e dalle consigliere del Partito Democratico, Arcoleo, Di Gangi, Piccione e Teresi, del Movimento 5 Stelle, Randazzo, Amella e Giuseppe Miceli, di AVS, Giambrone e Mangano, di Oso, Argiroffi e Forello, del Gruppo Misto, Carmelo Miceli e Giaconia, e Franco Miceli, che oggi hanno presentato una nuova interrogazione, la terza, sulla vicenda del bando per la concessione dei beni confiscati.

Proprio ieri, accogliendo alcune delle richieste già formulate dall’opposizione, è stata emanata una nuova disposizione, con la quale vengono rivisti due importanti criteri per la partecipazione al bando.

L’iscrizione al RUNTS, registro unico nazionale degli enti del terzo settore, diventa obbligatoria solo in una seconda fase, e cioè al momento della presentazione dei progetti definitivi, e soprattutto non è più obbligatorio dichiarare immediatamente se si intende concorrere in forma singola o associata.

Era questo un requisito ritenuto illogico e impossibile da rispettare da parte delle opposizioni, visto che nessuno degli enti dovrebbe essere già a conoscenza delle caratteristiche dei beni confiscati per i quali si concorre, che sono al momento segreti e saranno resi noti soltanto in un secondo momento.

“Come si fa a gestire un bando così delicato con tutte queste zone d’ombra?”, si chiedono i consiglieri e le consigliere di opposizione, che tornano ancora una volta ad attaccare l’iniziativa di rappresentanti della maggioranza che hanno promosso l’attivazione di sportelli “informativi”.

 “Ci arrivano inoltre segnalazioni, confermate anche da alcune registrazioni audio, di informazioni completamente sbagliate che vengono fornite da pseudo servizi di informazione e consulenza: si danno indicazioni errate sui punteggi, si creano false aspettative sulle tempistiche. Un fatto incredibile su cui è inaccettabile il silenzio del Sindaco e dell’Assessora”.

“Parliamo di beni confiscati alla mafia, rispetto ai quali l’amministrazione non può permettersi il rischio di opacità e di contenziosi. Mancano ancora criteri chiari per valutare le esperienze pregresse, non si capisce come verranno assegnati i punteggi, c’è confusione sui ruoli nei raggruppamenti.”

I consiglieri e le consigliere chiedono al Sindaco di intervenire: “Vorremmo sapere cosa ne pensa della diffusione di informazioni sbagliate da parte di rappresentanti della sua maggioranza. E soprattutto, come pensa di evitare che questo bando finisca impantanato nei ricorsi. Palermo non se lo può permettere”.

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