Beve, la moglie lo mette alla porta e lui la perseguita: “Ti scanno…

ANCONA – Avrebbe solo volute vedere i figli dopo che la moglie lo aveva messo alla porta perché aveva il vizio di bere troppo. Un problema con l’alcolismo che ha portato un uomo di 48 anni, di Filottrano, a processo per stalking nei confronti della moglie da cui si stava separando. Da luglio del 2022 ad oggi l’avrebbe perseguitata con pedinamenti, appostamenti e arrivando a telefonarle anche 30 volte al giorno. La donna, una 44enne di Osimo, ha fatto la prima denuncia ai carabinieri a novembre del 2023. Si era impaurita perché dopo un litigio avvenuto alla scuola del figlio il marito le aveva mandato un messaggio minaccioso scrivendole “adesso arrivo e ti prendo per i capelli”. L’uomo si sarebbe poi attaccato al campanello. Il procedimento per atti persecutori è in corso davanti alla giudice Maria Elena Cola e l’imputato è difeso dall’avvocato Silvia Paoletti. Rigetta l’accusa di stalking. Nessuna persecuzione, avrebbe solo voluto vedere i figli ma la moglie glielo avrebbe impedito.

A luglio del 2022 la donna lo avrebbe allontanato da casa perché aveva il vizio del bere e teneva comportamenti violenti, spaventando i due figli. Da lì in avanti l’avrebbe controllata e minacciata con messaggi e telefonate dicendole: “Vengo a casa e vi scanno”. Dopo le minacce di morte all’imputato è arrivato, a febbraio del 2024, il divieto di avvicinamento alla moglie, con braccialetto elettronico. Più volte però la donna lo avrebbe trovato vicino a lei. Il 48enne si sarebbe presentato alle partite di calcio del figlio mandandole poi dei messaggi per farle capire che era lì, lo avrebbe trovato agli aperitivi con gli amici e nei parcheggi dove lasciava l’auto. La vittima non avrebbe più avuto una vita sociale, sarebbe stata squalificava come madre, criticata come vestiva e offesa come una poco di buono. Nel processo è parte civile con l’avvocato Monica Attili, del foro di Macerata, e ha testimoniato in una udienza che si è tenuto in settimana. L’imputato sarà sentito nell’udienza dell’8 ottobre.