Bonifica di Crotone – Barbuto (M5S): «C’è il rischio concreto che i…



Riceviamo e Pubblichiamo – Nel pomeriggio del 28 ottobre, una settimana fa, il Direttore Generale del MASE Dott.Luca Proietti ha incontrato le associazioni ambientaliste e singoli cittadini per parlare del tema della bonifica e delle prospettive post bonifica. Come è  noto il Dott. Proietti è firmatario del decreto del 1 agosto 2024 con il quale si consente che i veleni della bonifica restino a Crotone, modificando cosi il POB fase 2, recepito dal decreto n. 7 del 3 marzo 2020,  che al contrario prescriveva ad Eni Rewind di portare i veleni fuori dalla Calabria.

Una settimana densa di avvenimenti, dal ricorso al TAR della Sovreco contro il piano rifiuti al rigetto della richiesta di sospensiva del decreto del 1 agosto di alcuni enti locali da parte del Tar Calabria, dalle ennesima esternazione del mantra del Commissario sui rifiuti pericolosi che arrivano a Crotone all’invito , sempre del Commissario, ad indicare gli impianti fuori regione, anche esteri, dove dovrebbero essere trasferiti i rifiuti pericolosi della bonifica. Tutti avvenimenti che una volta di più, per chi ancora non vi credesse, vanno a comporre il variopinto puzzle della bonifica di Crotone per soddisfare il diktat dell’ENI e le esigenze economiche della stessa e di pochi altri. Certo non del territorio.

C’ero anche io in Provincia la sera del 28 ottobre e devo subito dire che l’incontro, di gran lunga postumo alla decisione di agosto, non mi ha per nulla soddisfatta, sia per la frettolosità nell’affrontare un argomento tanto importante e delicato, sia per le soluzioni proposte, sia per la selettività con la quale sono stati accolti i vari interventi.

Abbiamo così assistito a manifestazioni di compiacimento in favore di chi ha sostenuto che i veleni debbano restare a Crotone e a manifestazioni di nervosismo, devo dire al limite della scortesia, verso chi, come la sottoscritta, le ha invece criticate difendendo le  decisioni, frutto della conferenza dei servizi del 24 ottobre 2019 e reiterando la richiesta di portare i veleni fuori da Crotone e dalla Calabria come stabilisce il Paur.

Visto che la mia posizione, ormai nota e che interpreta il pensiero di tanti crotonesi ,  non risulta in tutta evidenza gradita è  bene, ancora una volta, che io puntualizzi alcuni aspetti sui quali credo sia necessario riflettere seriamente perché oggi si decide il futuro della nostra città e dei nostri figli e deve essere chiaro a tutti che indietro non sarà più possibile tornare. Per come si sta evolvendo  la vicenda, sono infatti fermamente convinta, salvo diverse decisioni nel merito della Magistratura amministrativa, che vi sia il rischio concreto che i veleni della bonifica non solo rimangono a Crotone, ma addirittura che restino dove si trovano attualmente, magari grazie alla realizzazione di una discarica di scopo in “situ”. Alla faccia delle magnifiche sorti che ci aspettano e del futuro dell’area ex industriale, ma soprattutto dell’interesse dei cittadini e della salute pubblica!

Punto primo: La discarica di Columbra gestita dalla Sovreco NON E’ AUTORIZZATA ad accogliere i rifiuti TENORM e NORM (CON E SENZA AMIANTO). Guarda caso proprio quei rifiuti che il PAUR obbliga Eni Rewind a portare fuori dalla Calabria. Per cui non si capisce perché, ad ogni occasione pubblica (convegni, interviste, conferenze stampa, ecc) per giustificare il proposito di lasciare i rifiuti a Crotone , si affermi che nella discarica di Columbra arrivano  da anni rifiuti pericolosi da tutta Italia, lasciando intendere che si tratterebbe di rifiuti con le identiche caratteristiche e componenti inquinanti e pericolose di quelli presenti nel SIN di Crotone. Si presume, anzi si da per scontato, che i rifiuti che arrivano a Columbra siano rifiuti le cui caratteristiche e componenti sono quelle stabilite e previste dai codici CER all’ uopo autorizzati dalla Regione. A tal proposito vorrei ricordare che la stessa impresa, titolare della discarica, qualche tempo fa ha dichiarato di non essere autorizzata a ricevere Tenorm e Norm. E allora? Piuttosto si dica responsabilmente a quale tipologia di rifiuti si fa riferimento invece di parlare in forma astratta e si eviti di confondere i cittadini.
A Crotone, insomma, i veleni non possono e non debbono restare e in tal senso mi sarei aspettata una posizione chiara da parte del Ministero che dovrebbe lavorare a favore del territorio e dei crotonesi piuttosto che andare incontro alla linea di Eni Rewind protesa al risparmio sulla pelle dei crotonesi.

Punto secondo: I rifiuti TENORM, per espressa indicazione del PAUR tuttora vigente, dovranno essere allocati in depositi preliminari da allestire nell’area da bonificare giusto il tempo di affidargli il codice CER, per essere subito trasferiti alla destinazione finale che, al momento dell’avvio delle operazioni, deve essere stata già individuata fuori regione. Paradossalmente, invece, ENI Rewind viene diffidata ad avviare comunque la bonifica depositando comunque i rifiuti nei depositi che da preliminari dovrebbero divenire siti temporanei in attesa di stabilirne la destinazione finale. E dalla temporaneità alla definitività il passo potrebbe risultare veramente breve grazie alle recenti modifiche che la Regione Calabria ha operato sul piano rifiuti.

Punto terzo: Il piano rifiuti della Regione Calabria, così come modificato nel marzo di quest’anno, alla lettera N dell’art. 32.2, prevede, infatti, che nel sito soggetto a bonifica sia possibile la realizzazione di discariche di scopo in deroga criteri localizzativi per la realizzazione di nuove discariche. C’è dunque il rischio concreto che i veleni rimangano sul sito da bonificare compromettendo definitivamente ogni possibilità di utilizzare l’area per qualsiasi progetto futuro nell’interesse della città. Un’area, peraltro, soggetta a notevole rischio idrogeologico  per la sua morfologia e la sua prossimità  alla foce del fiume Esaro ed al mare. Tutti ricordiamo con terrore il 1996.

In conclusione. Non credo che l’incontro del 28 ottobre scorso sia stato dettato dalla volontà di ascoltare realmente i cittadini di Crotone. Credo piuttosto che sia stata una occasione a favore di telecamere, per dare la falsa proiezione di un territorio che condivide la impostazione di chi lavora per lasciare i rifiuti a Crotone. Ecco perché è importante, oggi più che mai, tenere accesi i riflettori su questa vicenda e pretendere che le Istituzioni combattano per far rispettare il PAUR a tutela del territorio e dei crotonesi. I veleni devono andare fuori dalla Calabria in impianti autorizzati come tra l’altro indicato da Isin, Ispra, Arpacal nelle relazioni fornite anche all’ultima Conferenza dei Servizi del 26 giugno scorso. Eni Rewind non perda più ulteriore tempo e spenda quello che deve spendere in virtù del principio “chi inquina paga”. Solo a bonifica fatta, con i veleni portati fuori dalla nostra terra, si potrà parlare di futuro e sviluppo sostenibile per la nostra città ed i nostri giovani.

Elisabetta Barbuto
Coord. Prov. M5S KR


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www.crotoneok.it è stato pubblicato il 2024-11-06 11:00:00 da Redazione


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