Fino a qualche anno fa era pura fantascienza, oggi per clonare una voce bastano pochi secondi.
In un’azienda di Milano si studiano soluzioni per proteggere le imprese. A preoccupare è l’aumento vertiginoso della cosiddetta “frode dell’amministratore delegato” (+62% in un anno in Lombardia, secondo la Polizia postale): il dipendente riceve una chiamata o un messaggio vocale da quello che crede essere il suo capo. Su suo ordine fa un bonifico urgente. «Questo bypassa tante volte i controlli di sicurezza che le aziende mettono in atto nei loro processi», dice Enrico Berton, direttore dei servizi di sicurezza gestiti da Tinexta Cyber.
Alla base della truffa c’è l’uso improprio di programmi disponibili in rete – spesso gratuiti. Ci vuole anche un campione della voce della vittima. Fino a poco tempo fa ne servivano diversi minuti. Oggi, spiega Riccardo Michetti, analista senior di Tinexta Cyber, «servono pochi secondi. E questo è un rischio perché tutti noi abbiamo delle tracce vocali sui social che tutti utilizziamo».
Per le aziende fondamentale è aumentare la consapevolezza dei dipendenti. Il consiglio è lo stesso per cittadini, a loro volta vittime delle prime truffe. Prima, meglio richiamare chi chiama, sul suo numero. E dopo, se è il caso, le forze dell’ordine.
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