ANCONA – Una chiamata del figlio, di soli 11 anni, fatta al numero unico di emergenza 112, l’avevano salvata dalla violenza fisica del compagno. Era il 20 dicembre dello scorso anno. Il bambino, preso di nascosto il cellulare della mamma, aveva composto i numerini uno dopo l’altro. Quando l’operatore aveva risposto lui aveva chiesto aiuto perché il padre stava alzando le mani sulla madre. “Venite per favore” aveva detto con la sua vocina. In un lampo erano arrivati i carabinieri della stazione di Ancona Principale e avevano arrestato l’uomo, 51 anni, italiano, barista. Oggi la giudice Francesca De Palma lo ha condannato, in abbreviato, a due anni di reclusione, per maltrattamenti aggravati in famiglia. Era difeso dall’avvocato Caterina Ficiarà. A suo carico c’erano già due denunce pregresse da parte della donna, sua convivente, di origine straniera, prima che finisse in manette. Aveva avuto anche un divieto di avvicinamento poi da luglio scorso è tornato di nuovo in carcere perché chiamava insistentemente i carabinieri dicendo che voleva andare a casa della donna per prevedrai il cane.
In procura c’era un fascicolo aperto per maltrattamenti quando il figlio poi telefonò al 112. Il pm doveva sentirlo, nei giorni seguenti e gli aveva mandato una convocazione. Questo gli avrebbe fatto perdere la ragione al punto di presentarsi dalla compagna, il 20 dicembre scorso, per aggredirla. E non sarebbe stata nemmeno la prima volta.
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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-10-31 20:12:56 da
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