Se la vita è un «Cabaret» pieno di lustrini e divertimento, il cambiamento può arrivare quando meno te l’aspetti. Così, uno dei più bei musical di sempre, portato al successo nel 1972 dal film di Bob Fosse con un’indimenticabile Liza Minnelli, torna adesso in teatro per una lussureggiante versione, con due fuoriclasse come Arturo Brachetti e Diana Del Bufalo. «Cabaret – The Musical», prodotto da Fabrizio Di Fiore Entertainment, con la regia di Brachetti e Luciano Cannito, arriva finalmente al Teatroteam di Bari, in tre date (info e biglietti su teatroteam.it, 080.521.08.77): venerdì 19 gennaio alle 21, sabato 20 (sempre alle 21) e domenica 21 (alle 18,30), la nuova produzione trasporterà il pubblico nella sfrenata Berlino degli anni ’30, ad un passo dall’avvento del nazismo, tra eccessi, privazione delle libertà, decadenza e contraddizioni quotidiane. Uno spettacolo con 35 artisti sul palco, con le scene firmate da Rinaldo Rinaldi, i costumi da Maria Filippi e la direzione musicale da Giovanni Maria Lori (con tanto di band dal vivo), che sta riempiendo i teatri di tutta Italia già da ottobre.
La storia è basata su personaggi ed eventi reali, accaduti a Berlino e descritti nel romanzo autobiografico Goodbye to Berlin di Cristopher Isherwood. In una città sfavillante, con i suoi Cabaret, i bordelli, la frenetica vita notturna: in un crogiuolo di artisti, liberi pensatori e gente comune, la cui maggior parte era inconsapevole dell’avvento del nazismo. Come Sally, il personaggio interpretato da Diana Del Bufalo, che canta «Life is a Cabaret» ed altri storici brani.
Lo spettacolo narra la storia di un americano sbarcato a Berlino che si innamora di Sally, ragazza inglese dai liberi costumi. Condividono una stanza in una pensione modesta, tenuta da una anziana zitella tedesca innamorata a sua volta di un fruttivendolo ebreo. Fulcro della narrazione è il Cabaret Kit Kat Club dove Emcee, un presentatore ambiguo e irriverente (Arturo Brachetti), si prende gioco della libertà sessuale e del potere. Alla fine, l’arrivo del nazismo spegne questa libertà di pensiero e di costumi, per lasciar posto al periodo nero che tutti conosciamo e che la storia punirà.
«Avevo visto il film tanti anni fa – spiega Diana Del Bufalo -, poi l’ho recuperato di recente quando mi è stato proposto il ruolo. Liza Minnelli è un mostro sacro e non lo scopro certo io, ma è stato bellissimo calarmi nei panni di Sally. Della quale non condivido la spasmodica voglia di fare carriera, ma mi ritrovo nella sua fragilità, nel suo dover mettere una maschera per evitare il dolore. Che poi è qualcosa che facciamo tutti. Ma sono felice di esserci e di tornare a Bari al Teatroteam, dove avevo già lavorato con “Sette spose per sette fratelli”. E poi c’è Arturo, che dà un valore aggiunto con il suo personaggio».
Già, perché Emcee è un conduttore che con il talento di Brachetti darà anche accenni magici di trasformismo. «È uno spettacolo totale dove non manca nulla – spiega Arturo -, di un’attualità sconcertante, dato che anche oggi i totalitarismi Proseguono a diffondersi in maniera sempre più inquietante. Quello che mettiamo in scena è un musical pieno di balletti, sorprese, grandiosità e momenti emozionanti, in cui il pubblico piangerà davvero. La sorpresa è che io stesso canto quattro canzoni (ho preso lezioni di canto nel periodo del Covid e non me la cavo neanche male!), e non mancherà il trasformismo: puri flash che non tolgono nulla alla narrazione, che procede spedita. E poi c’è Diana: straordinaria e divertente. Quando canta “Life is a Cabaret” ti fa dimenticare persino Liza Minnelli».
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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-01-17 11:32:35 da
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