Brindisi, che fine ha fatto il faro dell’isola di Sant’Andrea? Potrebbe trovarsi a La Spezia


Che fine ha fatto il faro dell’isola di Sant’Andrea? Potrebbe trovarsi a La Spezia, dove esiste il «Comando fari» per la manutenzione delle lanterne. L’indiscrezione trapela da fonti vicine alla Marina militare, ma necessita di conferme, chieste anche ai vertici delle Forze armate.

Una volta smontato nel 2017 dalla cima del castello Alfonsino, secondo le rassicurazioni dell’allora Soprintendente Maria Piccarreta (attualmente a capo del Segretariato regionale del Mic) il faro avrebbe dovuto trovare ricovero in una sala del castello, in attesa di reperire le risorse per restaurarlo. La lanterna, va detto, appartiene a Marifari Taranto, ente della Marina militare.

Dopo lo smontaggio, si è subito scoperto che la struttura era completamente ammalorata e inutilizzabile. Pertanto, si decise per la sua rottamazione. La lanterna, invece, risultava recuperabile: per questo si optò per il suo trasferimento a La Spezia. Dove si trova adesso la lanterna, a distanza di sette anni dallo smontaggio? Nessuno sembra saperlo. Né Piccarreta, né la Soprintendenza. Neppure il sindaco Marchionna e il parlamentare Mauro D’Attis, che quando fu ventilata la possibilità che il faro potesse essere trasferito, da consigliere comunale si oppose fermamente presentando un’interrogazione all’allora sindaco Consales. Una volta effettuato lo smontaggio, i riflettori si sono spenti e nessuno si è più preoccupato di seguire la vicenda. Così, alle porte della riapertura al pubblico del castello Alfonsino, si scopre che Forte a Mare potrebbe fare per sempre a meno del suo faro, sparito nel nulla, tra l’indifferenza generale, dopo tanti decenni di «onorato servizio» (fu montato negli anni ‘30 del secolo scorso).

Ma la vicenda del faro non è l’unica nota dolente. L’ambizione del Comune, ma anche della stessa associazione Le Colonne che si occupa egregiamente della valorizzazione di Forte a Mare, è quella di rendere sempre più fruibile il maniero, implementando il sistema delle visite guidate e organizzando attività culturali di richiamo. Anche perché, da lunedì i percorsi saranno arricchiti da nuove aree inedite del castello che potranno essere finalmente ammirate (nel piano terra, ad esempio, torneranno fruibili quelle che si pensa potessero essere le prigioni).

Ma a Palazzo di città, qualcuno si è mai chiesto se i servizi resi sono all’altezza di queste ambizioni? Mancano infatti adeguate aree parcheggio, non esiste segnaletica, la diga e la stradina di accesso sono sprovviste di illuminazione (ma anche il castello meriterebbe che il Mic si attivasse per realizzare una illuminazione artistica), non ci sono collegamenti via terra e via mare all’altezza di una città che ambisce a diventare turistica, anche tramite la valorizzazione di quel castello. Inoltre, l’accesso al maniero è stato trasformato in una discarica di gomme di auto e di ogni materiale possibile. Insomma, prima di puntare a far giungere al castello Alfonsino decine di migliaia di turisti l’anno, così come merita la straordinarietà del luogo, bisognerebbe attrezzarsi per consentire agli avventori di raggiungere in sicurezza l’isola di Sant’Andrea. Possibilmente evitando magre figure che danneggerebbero l’immagine della città.

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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-12-22 15:12:20 da


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