Brindisi, igiene urbana nella bufera

BRINDISI – «Nonostante per capitolato sia stabilito in 90 giorni il periodo concesso alla ditta per entrare a regime, a distanza di dieci mesi non è stato ancora attuato da Avr il piano industriale proposto in sede di gara». Piero Gioia, già consulente per i servizi di igiene urbana, interviene dopo le dure parole del sindaco Pino Marchionna indirizzate agli uffici comunali, ai quali ha chiesto una relazione su un «capitolato assolutamente insufficiente» e su come si sia arrivati all’apposizione dei sigilli sul capannone usato dalla ditta. «Il primo cittadino dovrà farsi spiegare – incalza Gioia – che fine abbiano fatto le multe pari a 100mila euro elevate dal direttore dell’esecuzione del contratto ma mai applicate, come si rileva dalle determine dei canoni mensili di pubblica consultazione. Vi è poi la recente apposizione dei sigilli ad alcune aree della nuova sede operativa di via Majorana. Fatto che probabilmente non sarebbe avvenuto se si fosse intervenuti a febbraio, quando fu presentata una denuncia che indicava attività edili svolte senza permessi o con affissione di una cartellonistica che richiamava un’autorizzazione mai ottenuta». Gioia sollecita poi «Arpa, che ha partecipato al sequestro del capannone» ad «approfondire le attività di scavo, ovvero se siano conformi ai disposti ministeriali rilasciati su siti risultati inquinati in falda». Il sindaco, invece, «dovrebbe richiedere alle preposte strutture se la sede di via per Pandi, anche questa oggetto di verifiche da parte di organi di controllo e oggetto di rilevamento di varie irregolarità ambientali come l’inquinamento in falda, sia stata oggetto di tutte quelle attività di ristrutturazione e recupero che hanno indotto la giunta a deliberare un uso dell’area al prezzo simbolico di circa 20.000 euro per sei mesi». Pertanto, «se la volontà del sindaco è finalizzata al ripristino dei servizi dovuti al cittadino, al rispetto degli obblighi contrattuali e alla verifica delle somme elargite, non resta altro che da prendere atto che la misura è colma», conclude.