BUCO SANITA’: SCONTRO CONSIGLIO E GIUNTA, GRIMALDI AL TIMONE DIPARTIMENTO IN MEZZO LA TEMPESTA | Notizie di cronaca



L’AQUILA – Dopo il commosso saluto con scroscianti applausi dei dipendenti per l’addio del dimissionario, o defenestrato, Claudio D’Amario, nel dipartimento Sanità è ufficialmente iniziata l’era della 49enne Emanuela Grimaldi, nominata lunedì dalla Giunta regionale guidata dal presidente della Regione, Marco Marsilio, di Fdi, su proposta dell”assessore alla Salute Nicoletta Veri’ in seguito alla selezione lanciata dalla stessa Giunta.

Un cambio al timone, questo il problema, nel bel mezzo di un mare in tempesta, a causa dell’esplosione del debito delle quattro Asl che bene che vada potrà essere ridotto entro dicembre a 130 milioni di euro, e guidare il dipartimento sarà dunque una fedelissima di Marsilio, transitata infatti al nuovo incarico dalla direzione del Dipartimento di presidenza della Regione Abruzzo, dove sarà a breve rimpiazzata da un’altra persona di massima fiducia di Marsilio, che intende sempre più circondarsi di uno staff a sua immagine e somiglianza.

Una smania di controllo e accentramento, da parte del presidente, che conferma anche il conflitto in corso con il consiglio regionale e la giunta sul controllo della sanità, vera spada di Damocle in questo negativo inizio di legislatura per questa maggioranza confermata per un secondo, storico mandato alle elezioni del 10 marzo scorso. Su iniziative innanzitutto Paolo Gatti anche lui di Fratelli d’Italia, la commissione sanità da lui presieduta, assieme a quella del bilancio guidata dal leghista Vincenzo D’Incecco grazie ad emendamento approvato in aula anche dall’opposizione, esprime ora pareri vincolanti per la giunta. Nelle commissioni congiunte nei giorni scorsi sono arrivati così i quattro piani di risanamento, con audizione degli autori, i direttori generali Ferdinando Romano per la Asl provinciale dell’Aquila, Thomas Shael per la Asl provinciale di Chieti, Vero Michitelli per l’Asl di Pescara e Maurizio Di Giosia per la Asl di Teramo.

E il giudizio unanime dei componenti di maggioranza, messo nero su bianco, è che la giunta deve “valutare le opportune iniziative”, leggasi commissariamento e tutti a casa, se i quattro manager delle Asl, a fine dicembre sforeranno del 20% il disavanzo dichiarato nei loro piani di rientro. E per tutti e quattro c’è l’obbligo anche di ridurre almeno al 70% il disavanzo macinato 2024.

Tra i consiglieri del centrodestra, poi, scarsa è la fiducia nei confronti dell’assessore alla salute Nicoletta Verì che la partita della sanità la gestita anche nella precedente legislatura, considerata dunque, se pur non pubblicamente e a mezza bocca,  responsabile del mezzo disastro.

Verì che poi a ridosso le elezioni del 10 marzo ha lasciato la Lega e si è ricandidata non risultando eletta con la lista del presidente, ma chiamata ancora una volta in giunta e con la stessa delega come assessore esterno.

In una rinnovata con i vecchi “gestori” finiti spesso nella polvere,  al riparo da critiche resta  l’Agenzia sanitaria regionale, guidata dal medico aquilano Pierluigi Cosenza, in quota Lega, che tra l’altro in questi anni ha avuto il ruolo decisivo di programmazione e monitoraggio delle politiche sanitarie portando a casa il piano di riordino della rete ospedaliera che è stato un cavallo di battaglia del centrodestra e di Marsilio per la campagna elettorale del 10 marzo scorso.

Dall’altra parte, invece si registra la spinta opposta quella di accentrare le decisioni lo scottante dossier della sanità tanto che Marsilio ha provato a far passare in Giunta trovando però la strada sbarrata l’istituzione di una struttura di missione con un titolare nominato da lui in modo fiduciario. Un modo per commissariare di fatto il consiglio, il Dipartimento e anche i direttori generali, di cui però Marsilio ha finora preso le difese, essendo tutti stati del resto riconfermati o nominati ad agosto 2023, e con romano che ha avuto una proroga di un anno a giugno.

Fallito il tentativo si è optato per una una semplice task force composta da dirigenti regionali a costo zero rispetto al milione di euro che sarebbe costato la struttura di missione composta da dirigenti regionali pronti ad affiancare più assiduamente l’assessore Veri’, tutti i dossier più scottanti in tema anzianità a cominciare dall’abbattimento delle liste d’attesa.

Questa strategia accentratrice è del resto anche la causa del conflitto che si è aperto con D’Amario, 66enne manager si spessore nazionale, tra l’altro ex direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, da quattro anni direttore del Dipartimento Salute, la cui direzione ha inteso lasciare per divergenze di vedute e dissidi con il presidente e ancor prima con Verì, sulle prospettive e le ricette per far fronte al pesante debito sanitario.

Insomma non sarà una passeggiata di salute, visto lo scenario, per Grimaldi, originaria di Giulianova, sposata con quattro figli, ex dirigente della Asl di Teramo che da quel ruolo nel 2019 dopo la vittoria del primo mandato di Marsilio ha spiccato il volo nei piani alti della burocrazia abruzzese, e che nel bando interno indetto dalla Regione per la direzione Sanità, ha vinto la concorrenza, senz’altro titolatissima, di Ebron D’Aristotile, dirigente di lungo corso della Regione, vice direttore dello stesso dipartimento Sanità, responsabile del servizio Programmazione economico finanziaria, e di Camillo Odio, dirigente del servizio Flussi Informativi e Sanità Digitale, sempre al dipartimento Sanità.

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