PIOMBINO. Una società di scopo per i lavori di pubblica necessità è questa la proposta del Camping Cig e che ha ripetuto con forza nell’ultima riunione aperta, dal momento che la sorte degli 810 cassaintegrati e dei 500 lavoratori rimasti alle acciaierie di Piombino continua ad essere del tutto incerta.
«Nella nostra ultima riunione aperta – dicono – il Camping CIG ha deciso che la proposta della “Società di scopo per i lavori di pubblica necessità” simile a quella di Cornegliano, il contenitore proposto e abbandonato dai sindacati, sia da riproporre oggi più che mai anche per andare al confronto con le multinazionali avendo maggiore forza contrattuale».
Nell’incontro fra amministrazione comunale e i sindacati, avvenuto lunedì 17 marzo, è emerso che nell’accordo di programma con Metinvest dovranno esserci garanzie per i lavoratori in cassa integrazione e per le aziende dell’indotto.
Secondo il Camping Cig, una società di scopo darebbe una sicurezza immediata a chi è e sarà messo in cassa integrazione.
«Darebbe una risposta non solo ai lavoratori di Jsw la cui sorte è del tutto incerta, dal momento che non vi è nessun piano industriale, nessun accordo di programma in discussione, nessuno investimento, come altrettanto incerta è quella degli 810 cassaintegrati che dovrebbero confluire in Metinvest. Riteniamo che questo difficilmente accadrà e, comunque, passeranno altri anni. Per risolvere la situazione lo Stato dovrebbe cacciare Jindal ed entrare nelle future società per dirigerle».
«Nell’annunciata assemblea pubblica per spiegare a che punto è l’accordo di programma Metinvest-Danieli chiediamo che sia un rappresentante del governo o il sindaco ad illustrarlo, non lasciando l’assemblea completamente nelle mani di Metinvest».
La proposta della società di scopo è rivolta ai lavoratori, titolari di ammortizzatori sociali, che passerebbero da una collocazione assistenziale a un’occupazione socialmente produttiva e retribuita degnamente. Lo scopo è quello di dare immediatamente lavoro ed integrazione salariale ai cassaintegrati, impiegandoli in tutti quei lavori pubblici accantonati anche per mancanza di fondi, ma anche quello di far rinascere Piombino.
«Così le importanti risorse degli ammortizzatori sarebbero investite anche in favore della comunità per realizzare lavori di pubblica necessità; come le manutenzioni straordinarie di scuole, strade, acquedotto o la bonifica e la riqualificazione delle aree industriali non più usate. Un tassello nella prospettiva di una vertenza generale per un piano straordinario di rinascita per Piombino e Val di Cornia, da inserire all’interno degli accordi di programma».
«Tale proposta, quando la esponemmo nel 2020 trovò apprezzamenti da parlamentari e da dirigenti Inps oltre che dall’intero consiglio comunale di Piombino. Una proposta di respiro nazionale, studiata da operai, che indicava un diverso modo di utilizzo della cassa integrazione. Purtroppo, al di là degli apprezzamenti, nessuna forza politica di governo l’ha portata avanti e il sindaco, in un incontro riservato, l’ha ritenuta in questa situazione non realizzabile».
«Per noi, tale proposta – concludono – è, invece, possibile ed oggi ancora più necessaria».
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