«Sono Nicola Canonico, presiedo il Foggia da quasi tre anni. La prima volta che vidi Marco Lombardi fu circa due anni e mezzo fa nella sede della mia azienda a Modugno; avevamo incominciato a guardare i primi dati del Foggia» (in vista dell’acquisto) «e c’era anche lui. Si presentò nella trattativa per la vendita della società; venne col vecchio direttore generale. A che titolo venne? Non ne ho la più pallida idea, se lo portò il direttore generale».
Così l’interrogatorio di Canonico, 53 anni, imprenditore barese, sentito l’8 febbraio 2024 in Questura a Bari dai pm Bruna Manganelli della Dda e Enrico Infante della Procura di Foggia, affiancati da agenti di squadra mobile e Digos. Un mese prima, l’8 gennaio, un chilo di esplosivo era stato lasciato a Modugno accanto all’auto del figlio di Canonico, Emanuele, vice presidente del Foggia calcio. L’interrogatorio del testimone riguardò anche Marco Lombardi, arrestato lo scorso 19 maggio con altri 3 foggiani, principale indagato dell’inchiesta sul tentativo di estorsione aggravato dai metodi mafiosi per costringere Canonico a cedere la società. Sulla scorta di intercettazioni, dichiarazioni testimoniali e documentazione la Dda ipotizza che Lombardi dopo la mancata assunzione nella società calcistica per via dei suoi precedenti, sia stato l’ideatore di una doppia campagna finalizzata a costringere l’imprenditore a cedere la squadra: da una parte avvertimenti mafiosi con fucilate, esplosivo, incendi per intimidire calciatori, dirigenti e tifosi rossoneri; dall’altra una campagna pubblica con post sui social per screditare Canonico accusato di una gestione fallimentare del club.
Il presidente del Foggia rivide per la seconda volta Lombardi 30/40 giorni dopo il primo incontro a Modugno. “Lo ritrovai a distanza di circa un mese negli uffici del Foggia calcio allo stadio Zaccheria” il racconto della vittima. “Andai a Foggia a vedere gli allenamenti, mi recai negli uffici, vidi il personale. E c’era Lombardi. ‘Che stai a fare qua?’’ gli chiesi. ‘Ho accompagnato la mia compagna’ rispose, riferito alla signora… dipendente della società che avevo appena conosciuto. ‘Vabbè, e che titolarità hai di stare qua? Da oggi chi non è dipendente del Foggia deve stare fuori dal cancello’ dissi. Non lo cacciai, gli dissi semplicemente che lì potevano stare solo i dipendenti. Da allora non l’ho più rivisto. Lombardi aveva questo atteggiamento come se fosse di casa, che conosceva bene questo ambiente. Successivamente scoprii che questo soggetto aveva avuto problemi dal punto di vista penale. Nel senso che mi informai e mi dissero: ‘presidente, occhio che quello non è un soggetto tanto per la quale; stai attento’. Questi soggetti che hanno problemi, con noi devono stare chilometri distanti. Da trent’anni lavoriamo con gli enti pubblici e io non posso avere rapporti con chicchessia. Col tempo siamo arrivati anche a licenziare la compagna che gestiva il merchandising, lo store per la vendita di abbigliamento, all’occorrenza la gestione dei biglietti. Fu licenziata perché stavamo riducendo i costi e il personale, sotto la mia gestione ha lavorato circa un annetto”.
“Se Lombardi mi ha mai chiesto qualcosa? Assolutamente no” la risposta di Canonico ai pm. “Non so se si sia innervosito quando ho licenziato la fidanzata, perché non l’ho visto più. Se si è innervosito l’ha fatto tramite la sua pagina Facebook con atteggiamenti denigratori, a incalzare e offendere. Ma non ha offeso solo me, eh; ha offeso l’ira di Dio di chi ci sta attorno, di chi ci aiuta e lavora: ha attaccato tutti: sono tutte cose pubbliche”. Ma questo Lombardi perché ha tutta questa passione? Cioè è un appassionato di calcio, un ex giocatore, un ex ultras? Frequentava i locali della società soltanto perché aveva la compagna o perché aveva altri interessi? la domanda dei pm. “Con noi gli interessi zero, se aveva interessi precedentemente questo non lo so” la risposta di Canonico che parlò anche dell’avvertimento con il chilo di esplosivo lasciato accanto all’auto del figlio nella sede della società edile a Modugno. “In 28 anni di attività non c’è mai successa una cosa del genere. C’è un filmato, si vede questo soggetto incappucciato mettere le cose, immediatamente avvertimmo i carabinieri. Il pacco lo trovò mio figlio Emanuele che è impaurito per quanto successo. Non è una cosa bella per un genitore vedere un figlio così, che ha paura anche a muoversi, camminare. Lui è il vice-presidente del Foggia calcio, ma non ha ruoli amministrativi o che può dare incarichi o nomine”.
Nell’interrogatorio del febbraio 2024 Canonico annunciò ai pm “l’intenzione di vendere il Foggia calcio: questo è l’ultimo anno che presiedo la società”. Decisione di andar via ribadita lo scorso aprile con comunicati e interviste. Una volontà maturata – spiegò nell’interrogatorio – “già dall’anno scorso, dopo aver perso lo spareggio con il Lecco per la promozione in serie B, dopo le offese che ho subito per un intero anno. Ma se non viene nessuno” (a comprare) “è un dramma che sto vivendo. Arrivano dei soggetti per acquistare poi vai a verificare un po’ chi sono e… Giudice si metta nei miei panni, io devo dare il club nelle mani di un soggetto solvibile, non di soggetti poco raccomandabili”.
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