“Chiediamo al governo di venire a riferire al più presto perché è incredibile non solo che abbiano deciso di fare la guerra ai poveri, ma anche che non abbiano preparato minimamente questi passaggi accompagnando con una corretta informazione e dando sostegno alle misure che devono essere messe in campo di supporto”. Lo afferma Elly Schlein, parlando a Sessa Aurunca, del reddito di cittadinanza. “Con un sms dell’Inps Meloni non solo dà il benservito a 169mila famiglie in difficoltà ma arreca un danno anche a tanti imprenditori e commercianti. In base allo studio di Confesercenti, il taglio del Reddito di cittadinanza a regime finirà per danneggiare anche i consumi per una cifra pari a 1 miliardo l’anno. È da tempo che stiamo avvertendo il governo che gli aiuti a chi è in grave difficoltà entrano direttamente nel ciclo dell’economia in forma di acquisti e consumi, con effetti positivi per tutti”. Lo scrive su Facebook il presidente del M5s Giuseppe Conte. “Facciamo un nuovo appello alla presidente Meloni: ci ripensi e fermi subito questo disastro sociale ed economico. Non si spacca il Paese, ritiri l’sms dell’Inps e mandi un messaggio di scuse alle famiglie. All’Italia conviene combattere la povertà, non i poveri”.
Continua il caos sul reddito di cittadinanza dopo che il sussidio è stato sospeso dall’Inps a 169mila percettori con un sms. Oggi l’Inps ha avviato la campagna di comunicazione sull’arrivo delle nuove misure destinate a contrastare la povertà, la fragilità e l’esclusione sociale superando il Reddito di cittadinanza.
Ecco chi lo percepirà ancora
Persone con dipendenze, donne vittime di violenza, persone i carico ai servizi psichiatrici: sono alcune delle tipologie che rientreranno tra quelle che potranno continuare a percepire il Reddito di cittadinanza fino a fine 2023 e poi chiedere dal 2024 l’Assegno di inclusione sociale. E’ quanto prevede la legge sulle nuove misure contro la povertà ma l’elenco completo dovrebbe essere contenuto nel decreto attuativo della legge che non è ancora uscito. Resta il problema del termine per la presa in carico da parte dei servizi sociali che è stato spostato dal 30 giugno al 31 ottobre creando un possibile un buco nel quale le famiglie potranno restare senza sussidio in attesa di essere prese in carico dai servizi sociali. Secondo la legge oltre alle famiglie che hanno un componente minore, disabili o over 60 – spiega il ministero del Lavoro nelle slide di spiegazione della nuova normativa – “potranno continuare ad usufruire del Reddito di cittadinanza fino a fine 2023 i nuclei con componenti in condizioni di svantaggio e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione. “Sono da considerarsi in condizioni di svantaggio, ad esempio, spiega il ministero, le persone in carico ai servizi per le persone con disabilità, le persone in carico ai servizi per le dipendenze le persone in carico ai servizi per le donne vittime di violenza, le persone in carico ai servizi psicologici per la salute della persona, le persone in carico ai servizi per le malattie psichiatriche le persone senza fissa dimora, le quali versino in una condizione di povertà tale da non poter reperire e mantenere un’abitazione in autonomia e in carico ai servizi sociali territoriali”.
I comuni al lavoro con il ministero
Sono in corso contatti tra l’Anci e il ministero del Lavoro per cercare di risolvere alcuni problemi tecnici che causano lo scarto temporale tra il momento in cui viene revocato il Reddito di cittadinanza e l’effettiva verifica sugli aventi diritto (il cui termine ultimo è dicembre): in diversi casi il Reddito potrebbe quindi essere revocato e poi riattribuito. È quanto si apprende dall’Anci. L’Inps non avrebbe inoltre potuto mettere a disposizione tutti i dati dei beneficiari e ciò ha creato difficoltà ai Comuni nel redigere gli elenchi dei nuclei familiari fragili.
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