“Rimini non è soltanto mare, musica e lunghe spiagge, è una promessa di avventure, incontri, possibilità, cambiamenti. A Rimini puoi scoprire un altro te stesso in qualsiasi momento. Rimini è un bivio che ti porta verso nuove strade e nuovi orizzonti.” Così, afferma l’autore italiano Fabrizio Caramagna. Non c’è verità più indovinata, infatti per “celebrare” ed esaltare la propria capacità di accoglienza, tolleranza, intrattenimento, familiarità e al tempo stesso anche ricchezza artistica, architettonica e storica che rendono, dunque, la città di Rimini la candidata ideale a Capitale italiana della Cultura 2026.
Ma non è tutto, poichè nella giornata di mercoledì 13 dicembre la città si è “risvegliata” con una comunicazione da parte del Ministero della Cultura che “catalogava” la città tra le 10 finaliste candidate alla “corsa” per il conseguimento del prestigoso riconoscimento e che “taglieranno il traguardo” il 4 e 5 marzo 2024, giornate in cui le città concorrenti illustreranno nel dettaglio il proprio programma. La futura Capitale italiana della Cultura 2026, sarà ufficialmente annunciata entro il 29 marzo 2024 e riceverà un contributo finanziario di un milione di Euro per la realizzazione degli obiettivi delineati all’interno del proprio progetto di candidatura.
In particolare, Rimini attraverso l’ambito riconoscimento intende valorizzare il patrimonio culturale del territorio, offrendo un’opportunità di sviluppo per le industrie creative e al tempo stesso favorendo la crescita della comunità attraverso percorsi di sviluppo maggiormente sostenibili ed inclusivi. Un’opportunità per “venire oltre” (questo il titolo del dossier di candidatura), ma al tempo stess o la “promessa” di un altrove, fisico, virtuale o letterario. Un altrove di libertà, qualcosa di più della tolleranza e dell’accoglienza, ploichè quella di Rimini è una innata familiarità e quotidiana convivenza plurisecolare con una immensa umanità di viaggiatori. Inoltre, l’esortazione a venire oltre, riguarda anche la possibilità di “oltrepassare” quel limite che vorrebbe imprigionare la città dentro allo stereotipo di una “cartolina balneare” immutevole, scandita unicamente dalla cosiddetta “Stagione”. L’espressione “Vieni oltre“, rinnova perciò l’invito a non fermarsi alle apparenze e a scoprire la compresenza di tutte le ramificazioni pluridimensionali che una città è capace di spitare e custodire amorevolmente al proprio interno. Rimini non è in alcuna maniera lo stereotipo di “cartolina balneare” che la contraddistingue, perché Rimini è tante città indefinite, inaspettate, a volte sovrapposte nel corso dei secoli. “Rimini è un alfabeto ancora da imparare”, come sostiene lo scrittore Pino Rovitto.
“Capitale italiana della Cultura”
L’iniziativa, è stata istituita nel 2014 – decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2014, n. 106 (articolo 7, comma 3quater), dietro proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, con l’intento di promuovere progetti ed attività di valorizzazione del patrimonio culturale italiano, sia materiale che immateriale, attraverso una forma di confronto e di competizione tra le differenti vrealtà territoriali, incentivando così la crescita del turismo e dei relativi investimenti.
La valutazione delle candidature è affidata ad una specifica Giuria, costituita da sette figure esperte indipendenti di chiara fama nel settore della cultura, delle arti, della valorizzazione territoriale e turistica, la quale in seguito alle “audizioni” con le città finaliste, raccomanda al Ministro della Cultura il nominativo del Comune, della Città metropolitana o dell’Unione di Comuni ritenuto più idoneo, fornendone opportuna motivazione. Infine, su proposta del Ministro della Cultura, il titolo è successivamente assegnato dal Consiglio dei Ministri con propria delibera.
Procedura di selezione
Criteri di selezione
La selezione della Capitale italiana della cultura avviene secondo i seguenti criteri:
- Coerenza del progetto rispetto alle finalità di legge e alle altre iniziative di valorizzazione del territorio, nonché coordinamento e sinergia degli interventi proposti;
- Efficacia del progetto come azione culturale diretta al rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale, in termini di crescita della domanda e dell’offerta culturale;
- Previsione di forme di cofinanziamento pubblico e privato, condivisione progettuale con altri enti territoriali e con soggetti pubblici e privati portatori di interesse presenti sul territorio, da attuarsi nel rispetto della vigente normativa in materia di appalti e terzo settore;
- Efficacia della struttura incaricata per lo sviluppo e l’attuazione sostenibili del progetto contenuto nel dossier di candidatura e per il monitoraggio dei risultati;
- Innovatività e capacità delle soluzioni proposte di fare uso di nuove tecnologie, anche al fine del maggiore coinvolgimento dei giovani e del potenziamento dell’accessibilità;
- Capacità del progetto di incrementare l’attrattività turistica del territorio, anche in termini di destagionalizzazione delle presenze;
- Realizzazione di opere e infrastrutture di pubblica utilità destinate a permanere sul territorio a servizio della collettività;
- Coerenza del cronoprogramma;
- Effetto di “completamento”, inteso quale capacità di favorire la piena realizzazione di progetti già avviati ma non ancora conclusi;
- Coerenza degli obiettivi del progetto con quelli stabiliti dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU
Procedura di selezione
La candidatura si articola in due fasi, ovvero, l’invio di una manifestazione di interesse e la successiva trasmissione del dossier di candidatura vero e proprio, conformemente alle linee guida stabilite nel suddetto bando.
Il dossier di candidatura deve indicare e contenere:
- il titolo del dossier di candidatura;
- il progetto culturale, inclusivo del cronoprogramma, della durata di un anno, delle attività previste;
- l’organo incaricato dell’elaborazione e promozione del progetto, della sua attuazione e del monitoraggio dei risultati, con l’individuazione di un’apposita figura responsabile;
- la valutazione di sostenibilità economico-finanziaria del progetto culturale proposto;
- gli obiettivi perseguiti, in termini qualitativi e quantitativi, e gli indicatori che verranno utilizzati per la misurazione del loro conseguimento.
I dossier di candidatura sono valutati da una giuria di sette esperti indipendenti, appositamente istituita di anno in anno con decreto ministeriale, che seleziona un massimo di dieci tra le candidature pervenute da far accedere alla fase finale, costituita da un’audizione in cui ciascuna città proponente presenta pubblicamente il proprio progetto culturale.
Ciascuna audizione ha una durata massima di sessanta minuti, di cui:
- una presentazione del progetto di candidatura, da parte del Comune, della Città metropolitana o dell’Unione di Comuni, della durata massima di trenta minuti, la cui organizzazione è a discrezione dell’ente;
- una sessione di domande effettuate dalla giuria della durata massima di trenta minuti.
In esito a tali incontri, la giuria raccomanda al Ministro della cultura la candidatura ritenuta più idonea a essere insignita del titolo di Capitale italiana della cultura, dandone opportuna motivazione.
Successivamente, su proposta del Ministro della cultura, il titolo di Capitale italiana della cultura è conferito dal Consiglio dei Ministri con propria delibera.
www.riminitoday.it è stato pubblicato il 2023-12-16 15:30:00 da
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