Con “Caravaggio. Di chiaro e di oscuro” parte la stagione del Teatro Verdi di Busseto, organizzata per il sesto anno da ATER Fondazione in collaborazione con il Comune di Busseto. Venerdì 19 gennaio l’attore Luigi D’Elia porta in scena un nuovo lavoro, un monologo su un artista dal fascino irresistibile, Michelangelo Merisi da Caravaggio. “Quanti dettagli servono per raccontare la storia di Caravaggio?” questo è l’interrogativo da cui è partito il drammaturgo Francesco Niccolini, autore dello spettacolo diretto dai registi Enzo Vetrano e Stefano Randisi. Francesco Niccolini e Luigi D’Elia raccontano a modo loro un altro frammento della natura selvaggia che sta a loro tanto a cuore. Dopo Zanna Bianca, Moby Dick e Tarzan, si allontanano dalla grande letteratura per sprofondare nella pittura più sublime e abissale, quella di Caravaggio. È il terzo racconto biografico della loro produzione, realizzano questo nuovo lavoro insieme a Enzo Vetrano e Stefano Randisi, che per la prima volta si cimentano nella regia di un monologo. Tutti insieme provano ad attraversare l’epoca d’oro della cultura italiana ed europea, quel primo Seicento che ha visto sbocciare i capolavori e le rivoluzioni più grandi del pensiero, dell’arte e della scienza occidentale: Shakespeare, Galileo, Cervantes, Gesualdo da Venosa e Caravaggio. Tutti insieme. Nati e morti tutti negli stessi anni. Tutti mossi dallo stesso scandaloso ardore. «C’è la peste da bambino, che gli porta via padre e nonno. La fame e la povertà, il successo, le risse: agguati in strada, denunce e un omicidio. Fughe precipitose e ritorni. Arresti, scarcerazioni, protettori, amanti, sentenze di morte. Una grazia arrivata troppo tardi» afferma il drammaturgo Francesco Niccolini. «La cosa più importante è la verità. Verità artistica, che significa credibilità, rendere vicino ciò che sembra lontano. Nei suoi quadri Caravaggio cerca e trova questa verità, la rende concreta, visibile e tangibile. La stessa verità noi cerchiamo nel nostro lavoro» riflettono i registi Enzo Vetrano e Stefano Randisi. «Chissà se le opere di Caravaggio possono essere nell’arte quella Misericordia che facciamo così fatica a trovare» conclude l’interprete Luigi D’Elia.
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www.parmatoday.it è stato pubblicato il 2024-01-15 15:47:40 da
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