Alle 20 davanti all’ingresso della Sapienza in piazzale Aldo Moro le tende da campeggio montate sul marciapiede sono già 33. Nella tarda serata aumenteranno ancora, domani saranno pure di più. La mobilitazione sul caro-affitti, formalmente, partirà solo domani mattina, ma sulla questione c’era fermento già da giorni e studenti e studentesse hanno iniziato ad accamparsi già dal tardo pomeriggio di oggi.
Fuori sede da tutta Italia — insieme ad alcuni romani che credono nella protesta — hanno aspettato il tramonto. Poi hanno tirato fuori tutto l’occorrente per organizzare il campo che da stasera riempie la piazza. Domani alcune tende si dovrebbero spostare sotto alla Minerva e nel frattempo partiranno anche le mobilitazioni nelle altre università, Roma Tre e Tor Vergata. L’intenzione dei giovani è di rimanere accampati «almeno per una settimana, poi si vedrà».
Le associazioni studentesche non avevano usato mezzi termini già nei giorni passati: senza dei segnali di cambiamento la mobilitazione sarebbe stata inevitabile. E così Sinistra Universitaria, l’associazione che già a maggio aveva piazzato le tende dentro al primo ateneo romano, e l’Unione degli Universitari si sono mosse per riaccendere un faro sulla situazione emergenziale degli affitti in città. Troppo cari, costringono i giovani ad accontentarsi pure di camere sgangherate a 45 minuti di distanza dai campus.
Chi non trova una soluzione, invece, rinuncia addirittura agli studi. «Ma questo non deve accadere», ripete Leone Piva di Sinistra Universitaria. Perciò «Regione e governo ci devono ascoltare», dicono, tipo mantra, gli studenti e le studentesse che sono pronti a passare fuori abitazione la prima notte. Ci sono anche i ragazzi di Cambiare Rotta, il collettivo che era entrato negli uffici di Confedilizia la settimana scorsa per un blitz.
Viki Angelini è arrivato da Civitavecchia col trolley. Dentro, oltre ai libri, c’è qualche vestito, un power bank per ricaricare il cellulare (che fungerà anche da torcia per la notte), un beauty case, dei biscotti e un po’ di cibo in scatola. È un pendolare: ogni giorno si alza alle 6 per seguire le lezioni. Vorrebbe trasferirsi a Roma, ma i costi sono insostenibili per lui e per la sua famiglia. Così è qui «per rimanere a lungo, finché non riceveremo risposte». Qualche tenda più in là c’è Asia Piras, di Cagliari. «Vivo in 10 metri quadri alla fine della metro A». E poi c’è Mirko Giuggiolini. È uno dei primi ad essere arrivato: si era piazzato sotto alla Minerva già a maggio. «Vengo da Ronciglione, in provincia di Viterbo. Ho iniziato il secondo anno di Giurisprudenza, ma non riesco a trovare abitazione».
«Stiamo lavorando per trovare le soluzioni più rapide contro il caro affitti che pesa sulle famiglie e sui giovani — dice Giuseppe Schiboni, assessore regionale a Lavoro, Università, Scuola, Formazione, Ricerca e merito —. L’obiettivo è migliorare i servizi esistenti e implementarli», ma, prosegue, «non abbiamo la bacchetta magica ma ci sono volontà e determinazione a risolvere questa criticità nel miglior modo possibile».
roma.repubblica.it è stato pubblicato il 2023-09-24 20:57:43 da [email protected] (Redazione Repubblica.it)
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