“Non ci faremo spaventare da
nessuno. Sappiamo benissimo cosa abbiamo fatto: abbiamo aiutato
27 persone, lasciate in mezzo al mare per 38 giorni. Questo
processo diventerà l’occasione per chiedere conto a ministri,
governi e autorità, sul perché queste persone sono state
lasciate in mezzo al mare”. Così Luca Casarini, ideatore di
Mediterranea Saving Humans e imputato nel processo sul caso Mare
Jonio, commenta il suo rinvio a giudizio insieme ad altri 6
componenti dell’equipaggio della Mare Jonio. “Diventerà –
prosegue Casarini – un processo all’omissione di soccorso. Nel
frattempo noi non restiamo impauriti in un angolino, anzi,
raddoppiamo”.
Nel corso delle indagini preliminari “sono state utilizzate
delle intercettazioni tra noi avvocati difensori e i nostri
assistiti – spiega la legale dei 7 componenti della Ong, Serena
Romano – cercheremo di capire come mai questo provvedimento sia
stato ritenuto valido”.
“Sentiremo anche i vertici della Maersk che ci diranno che
non c’è stato nessun accordo economico tra la nave e la Mare
Jonio – prosegue il difensore – poi porteremo in aula anche i
naufraghi per raccogliere la loro testimonianza. Questo è un
processo ai soccorsi, oggi c’è stata la piena volontà di
processare i soccorsi”.
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