Casi di polmonite nei bambini in Cina e in Francia, Bassetti: “Non siamo davanti a un nuovo virus insormontabile”

Casi di polmonite nei bambini in Cina e in Francia, Bassetti: “Non siamo davanti a un nuovo virus insormontabile”



Casi di polmonite nei bambini in Cina e in Francia, Bassetti: “Non siamo davanti a un nuovo virus insormontabile”

La recente ondata di malattie respiratorie sui bambini prima in Cina e, successivamente, in Francia sta destando preoccupazioni.

Il sistema di sorveglianza delle malattie emergenti, ProMed, ha emesso un avviso iniziale riguardante una “polmonite non diagnosticata” nei bambini con febbre elevata e noduli polmonari, ma senza tosse. Gli esperti hanno ipotizzato un collegamento tra l’epidemia e la revoca delle restrizioni post pandemia in Cina. Ne abbiamo parlato con il professor Matteo Bassetti, direttore del centro malattie infettive al San Martino di Genova.

“Dobbiamo secondo me differenziare i due scenari: il primo, quello francese, che in qualche modo mi tranquillizza molto – dice il professore – La Francia è un paese molto trasparente e ha un sistema di sorveglianza che funziona molto bene soprattutto per quanto riguarda le infezioni dei bambini. Un sistema migliore del nostro italiano. Quindi se dicono che hanno avuto dei casi di polmonite da mycoplasma c’è da credergli. Questo è probabilmente legato al fatto che per due anni questo mycoplasma è rimasto quasi a zero per le restrizioni e per altri motivi. Quest’anno e ritornato prepotentemente fuori anche perché probabilmente dei ceppi di mycoplasma sono resistenti agli antibiotici che normalmente si utilizzano nei ragazzi per curarli. Quindi le cause sono da una parte la fine delle restrizioni e dall’altra un batterio che risponde meno alle terapie antibiotiche”.

Nonostante la cautela verso l’affidabilità delle informazioni cinesi, Bassetti non ritiene di trovarsi di fronte a un nuovo microrganismo o virus insormontabile:

“Per quanto riguarda invece la situazione cinese, se è vero quello che viene detto, sembra invece una mistura di influenza, un po’ di covid, un po’ di adenovirus e un po’ anche di mycoplasma. La differenza grande è che mentre in Francia i mycoplasmi probabilmente sono resistenti ai macrolidi in una percentuale che si aggira intorno al 30/40%, in Cina (Nature, una delle più importanti riviste scientifiche al mondo) dicono che siano resistenti fino al 90%.

Il sistema cinese abbiamo imparato a conoscerlo: non hanno fondamentalmente medicina del territorio, i medici di base in Cina non esistono, e quindi appena qualcosa non va bene bambini e genitori se ne vanno in ospedale. È probabile che ci sia stato un maggior affollamento negli ospedali a causa dell’arrivo del freddo, della circolazione di questi microorganismi e del mycoplasma che risponde meno agli antibiotici. Se si vedono le immagini degli ospedali in Cina non mi pare ci siano persone che stramazzano a terra come è avvenuto nel 2019.

Dobbiamo prendere tutto con le pinze perché i cinesi ci hanno raccontato un sacco di balle però non credo che siamo davanti a un nuovo microrganismo o un virus insormontabile”.

In Cina la commissione sanitaria nazionale ha raccomandato l’apertura di più ambulatori per la cura della febbre, la promozione delle vaccinazioni tra bambini e anziani, l’uso delle mascherine e la prevenzione della diffusione delle malattie in luoghi affollati mentre l’’OMS ha sollecitato le autorità cinesi a fornire informazioni dettagliate sulla situazione, e successivamente ha confermato che i dati forniti indicano un aumento dei ricoveri ospedalieri di bambini a causa di diverse malattie respiratorie.

Al momento non si registrano casi di questo tipo in Italia e per quanto riguarda la prevenzione, si sottolinea l’importanza delle vaccinazioni per ridurre le infezioni e l’uso di antibiotici, mentre il professore boccia l’idea di far indossare mascherine ai bambini a scuola, favorendo invece misure di buon senso come il lavaggio delle mani e il mantenimento a casa dei bambini malati.

“Fondamentalmente valgono le regole della prevenzione delle infezioni in generale – aggiunge Bassetti – Se si può evitare di far venire ai bambini una qualunque tipo di infezione attraverso l’immunizzazione è un bene perché se alla fine ai bambini vengono meno infezioni di conseguenza si usano anche meno antibiotici. Se noi usiamo meglio le misure di prevenzione, ovvero le vaccinazioni, alla fine facciamo un uso ridotto degli antibiotici.

Certamente no alle mascherine. Non possiamo dire ai bambini di mettersi nuovamente le mascherine a scuola perché mi sembra una stupidaggine. Servono misure di buon senso: lavarsi le mani e soprattutto quando i bambini stanno male cercare di tenerli a casa”.




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