Caso Cogefa, il Consiglio di Stato conferma la sospensione dell’interdittiva antimafia


In due mesi e mezzo, un valzer di cinque provvedimenti e non è ancora finita. Prima l’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Torino nei confronti di Cogefa che fece rumore a fine ottobre, innescando timori sul completamento dei cantieri cruciali in cui la società è impegnata nella nostra regione. Poi il presidente del Tar che accoglie il ricorso d’urgenza e sospende l’efficacia del provvedimento prefettizio. Quindi lo stesso Tar, in sezione collegiale, che ripristina il provvedimento volto ad escludere Cogefa dalla white list delle aziende che possono avere contratti con la pubblica amministrazione. Verdetto nuovamente ribaltato a inizio dicembre dal presidente del Consiglio di Stato che infine, venerdì 10 gennaio, ha confermato anche in sede collegiale. Cogefa può continuare a lavorare, per dare esecuzione a contratti come quello che la vede impegnata, con il Consorzio Edilmaco, nel Tunnel Tenda Bis o quello d’appalto per cantieri complementari all’Alta Velocità ferroviaria Torino Lione. 

Attenuato il “condizionamento strutturale”

L’ultima ordinanza del Consiglio di Stato, nel respingere il ricorso del Ministero dell’Interno, conferma nuovamente che la priorità è consentire la prosecuzione dei rapporti contrattuali in essere e delle gare per cui sia stata già presentata da Cogefa un’offerta di partecipazione. Garantire insomma una continuità operativa in attesa che il Tar torni a esprimersi a febbraio, questa volta nel merito del ricorso presentato dal colosso torinese delle costruzioni contro l’interdittiva antimafia. Lo stesso Consiglio di Stato però va oltre, spingendosi a parlare – nell’ordinanza pubblicata oggi – di una “evoluzione” degli assetti interni a Cogefa “nel passaggio dalla prima alla terza generazione familiare, con l’allontanamento dei soggetti più fortemente controindicati”. Il tutto accompagnato da un “irrobustimento” della governance societaria e dell’apparato di controllo interno, “suscettibili di attenuare – concludono i giudici amministrativi – il condizionamento strutturale paventato dalla Prefettura e riconducibile in sostanza all’assetto proprietario di stampo familistico”. 

La nota di Cogefa

I nuovi vertici di Cogefa, nominati dopo l’interdittiva antimafia che mette sotto la lente la gestione della famiglia Fantini a partire dal ideatore Teresio, accolgono l’ordinanza del Consiglio di Stato come una “ulteriore conferma che garantisce la stabilità del quadro giuridico entro il quale l’Azienda prosegue le proprie attività”. Lavori che di fatto, a partire da quelli del Tenda Bis, non hanno finora subito ripercussioni né veri rallentamenti causati dall’alternarsi di decisioni. 

La richiesta di “controllo giudiziario volontario”

Resta aperto il nodo più spinoso ovvero il provvedimento di interdittiva antimafia. A febbraio il Tribunale di Torino deciderà se accogliere la richiesta di Cogefa per un “controllo giudiziario volontario” che, nelle intenzioni dei legali, garantirebbe una continuità operativa globale della società a differenza di quanto prospetta la Prefettura di Torino. Commissariare solo i contratti in essere della società, escluso il Tenda Bis che proseguirà in ogni caso, per portarli a conclusione con appositi esperti. 

 

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