“Non avendo potuto compiutamente replicare in consiglio comunale al lungo intervento del sindaco, che come da sua abitudine è pavidamente intervenuto dopo la chiusura del dibattito per evitare le repliche dell’opposizione, mi devo affidare ad un comunicato stampa”.
A dirlo è Lucio Sardi, consigliere gruppo Alleanza Verdi e Sinistra di Imperia che spiega: “La sostanza dell’intervento di Scajola è stata la fotocopia di quelli dei consiglieri di maggioranza ed ha dato dimostrazione dell’assoluta indisponibilità al confronto sul tema portato in consiglio dai firmatari della richiesta di discussione.
Scajola ha dedicato praticamente quasi tutto il tempo del suo intervento a rilanciare la tesi vittimistica secondo cui sarebbe oggetto di attacchi personali e vittima di persecuzione giudiziaria a causa degli esposti anonimi che attiverebbero i procedimenti penali che lo coinvolgono, procedimenti che invece scaturiscono solo dai suoi comportamenti.
Un intervento esattamente in continuità col suo messaggio ‘motivazionale’ per la sua maggioranza lanciato prima del consiglio, dove è arrivato ad affermare che il sottoscritto, avendo presentato con altri un ricorso al tribunale per avere conferma sulla sua possibile incompatibilità per legge dal doppio ruolo di sindaco e commissario dell’Ato idrico, testualmente vorrebbe ‘sovvertire l’ordine democratico’.
La volontà di Scajola e della sua maggioranza di impedire una vera discussione sulle discutibili modalità con cui svolge la funzione di sindaco emerse nella vicenda Bergaminelli e non solo, è stata già evidente dal tentativo, non riuscito a causa dell’intervento del Prefetto, di inserire tale argomento in coda dell’ordine del giorno di un consiglio comunale convocato in pieno agosto ed in cui era anche agevole far mancare il numero legale.
Non potendo più adottare questa strategia e non potendo certo tentare di far saltare un consiglio comunale convocato con diffida del Prefetto, Scajola, ha fatto scattare l’allarme generale richiamando le ‘riserve’ dei suoi più stretti supporters per garantirsi un pubblico amico in sala e, con il suo post sui social, ha mandato la sua maggioranza consiliare all’attacco delle opposizioni, già a ranghi ridotti per alcune defezioni delle minoranze ‘gentili’ che ritengono che di una simile vicenda non si debba discutere in consiglio comunale.
Che negli interventi dei consiglieri di maggioranza si ripetesse l’ormai logoro ragionamento secondo cui tutto si giustifica col risultato elettorale e che quindi questo tolga valore alle ragioni su cui si critica l’operato della maggioranza e del sindaco, non sorprende. Che praticamente quasi nessuno degli interventi dei consiglieri di maggioranza abbia anche solo tentato di dare una giustificazione al comportamento del sindaco emerso dalla telefonata con Bergaminelli sorprende ancora meno, dato l’approccio fideistico che normalmente dimostrano durante i consigli comunali e soprattutto per l’oggettiva difficoltà a difendere comportamenti imbarazzanti, anche per un fedele supporter.
Il fatto che tale pochezza di contenuti abbia caratterizzato anche l’intervento di Scajola, che ha potuto intervenire senza i limiti di tempo che toccano ai consiglieri e senza timore di replica essendo intervenuto a dibattito chiuso, dimostra un suo evidente limite politico che corrisponde a quello istituzionale dimostrato nella vicenda Bergaminelli e non solo.
Nel merito della vicenda, Scajola non ha fornito alcuna giustificazione al danno che il suo ‘caritatevole’ interessamento ha causato al sig. Maiolino (prima vittima dimenticata di questa brutta storia), provando a mascherare la sua richiesta di interrompere una ispezione dei vigili come un semplice eccesso verbale causato dai cattivi rapporti con un comandante colpevole, a suo dire, di indolenza nello svolgere il suo ruolo. Non ha saputo neanche dare risposta al quesito da me direttamente rivoltogli sul perché, in una intervista rilasciata dopo l’interrogatorio avuto in procura, abbia accusato Bergaminelli di avergli mentito in quella telefonata, dato che invece l’unica evidente bugia emersa da quella conversazione è stata quella di Scajola quando ha comunicato al comandante, per giustificare l’interruzione dell’attività di controllo, che Maiolino aveva sanato gli abusi.
L’unica strategia che Scajola ha saputo mettere in campo, anche con efficace scaltrezza, è stata quindi quella di alzare il polverone del vittimismo degno della peggiore tradizione berlusconiana, denunciando l’aggressione politica da parte di chi, per l’intero consiglio comunale è stato peraltro oggetto di un fuoco di fila di sprezzanti giudizi e insulti (come l’accusa di essere dei bugiardi) tanto banali quanto poco rispettosi del dibattito del parlamentino cittadino.
Il picco dello strabismo logico degli interventi della maggioranza e del sindaco si è poi raggiunto quando, dopo averci accusati di dire menzogne, si è nuovamente ribaltata la realtà dei fatti con l’incredibile racconto della vicenda del porto turistico che a loro giudizio sarebbe rimasto incompleto per colpa delle inchieste e non per le responsabilità di Caltagirone (assecondate dalla complicità o inerzia delle giunte Sappa/Scajola), responsabilità che le motivazioni delle sentenze, che pure lo hanno assolto dalle accuse penali, hanno messo nero su bianco.
Per molti commentatori si è trattato di uno spettacolo poco edificante e segno del degrado della qualità del dibattito cittadino. A mio giudizio in quel dibattito è emerso il profilo politico di una amministrazione ‘dell’uomo solo al comando’ che, sia sul piano amministrativo (come dimostrato dalla vicenda Bergaminelli ma anche da altri conflitti con dirigenti e funzionari dalla schiena dritta), sia nella rappresentanza in consiglio, è priva di un profilo autonomo ed è ridotta a quella di meri esecutori della volontà e degli interessi di un singolo. Una concentrazione di potere e di interessi che diversamente da come viene rappresentato, non porta una virtuosa politica del ‘fare’, ma rischia di generare il ripetersi degli errori del passato e che subordina il futuro della città alle ambizioni di breve respiro di un sindaco impermeabile al confronto e dal piglio autoritario e non autorevole.
Per chi come me l’ha vissuto da dentro, quel livello di discussione rappresenta la conferma dell’urgenza e necessità di riportare dentro il consiglio comunale la discussione ed il confronto sui grandi temi che riguardano la città. Temi tra i quali rientrava, per le conseguenze che determina sull’efficacia di una amministrazione, anche il dibattito su come viene esercitato in questa città il ruolo di sindaco da parte di Scajola.
Per contrastare questo strumentale gioco al ribasso della maggioranza – conclude Sardi – lavoreremo per rendere ancora più efficace l’azione dell’opposizione per raccogliere e cercare soluzioni alle tante problematiche inascoltate da questa amministrazione e costruire le basi per una credibile alternativa di governo della città”.
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