BRINDISI – Il centrosinistra brindisino attacca a testa bassa Il Governo e il parlamentare di Forza Italia, Mauro D’Attis. Nel corso del consiglio comunale di venerdì il capogruppo del Partito democratico, Francesco Cannalire, ha più volte punzecchiato il deputato forzista. Intanto sulla vicenda Senec, azienda tedesca che avrebbe voluto realizzare a Brindisi una fabbrica di moduli fotovoltaici ma che ha desistito a causa della «incertezza normativa» legata a scelte del Governo quali «il taglio dei bonus edilizi» e «provvedimenti come il Dl Agricoltura», il cui articolo 5 limita l’installazione di impianti fotovoltaici in aree agricole, sulle quali sono consentiti solo gli impianti agrivoltaici avanzati.
Il parlamentare brindisino e il collega leccese Andrea Caroppo, a seguito di queste lamentele esposte sui giornali dall’amministratore delegato di Senec Italia, Vito Zongoli, hanno presentato un’interrogazione ai ministri del Made in Italy e dell’Ambiente per comprendere quali siano le condizioni che fanno scappare gli investitori. «Se vogliamo consentire la transizione energetica – affermano Caroppo e D’Attis – e allo stesso tempo contrastare la supremazia cinese, dobbiamo rassicurare gli investitori sulla volontà italiana di raggiungere gli obiettivi del Green Deal. Sullo sfondo c’è un’occasione di crescita straordinaria per Brindisi e la Puglia ed è per questo che abbiamo sollecitato il governo ad assumere iniziative utili a consolidare il percorso di realizzazione del programma».
Il tenore dell’interrogazione parlamentare ha scatenato l’ilarità di Cannalire, che in consiglio ha rilevato «l’ambiguità di D’Attis, che prima approva i provvedimento del Governo e poi interroga i ministri sul fatto che le aziende non possono investire a Brindisi perché c’è un quadro normativo incerto».
Contro le scelte del Governo si è scagliato anche l’ex sindaco Riccardo Rossi, che nel corso della discussione in aula sulla possibilità di trasferire il carcere di Brindisi da via Appia in un’area periferica, ha posto l’accento sulle storture che potrebbero derivare dal ddl Sicurezza. «È previsto che manifestare bloccando una strada è un reato. Vorrei ricordare che alcune settimane fa centinaia di operai della centrale di Cerano hanno bloccato la statale 379. Quindi, secondo il ddl Sicurezza, avrebbero compiuto un reato con pena che va da sei mesi a due anni di reclusione». Finora era prevista una sanzione amministrativa.
Leggi tutto l’articolo Caso Senec, il Pd contro Caroppo e D’Attis: «L’azienda va via per leggi votate da loro»
www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-09-29 12:20:06 da
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