Il gruppo intitolato a il ‘Centro’ in vista delle elezioni Europee, pensato da Matteo Renzi dopo l’addio a Carlo Calenda per “rosicchiare” un pezzo di elettorato al Pd e a Fi, potrebbe ambire ad “un 2,5% in default, ad un 1,5% dal Pd ed altrettanto da Forza Italia, per posizionarsi nell’area popolare europea, che è quella che conta adesso e non in quella a cui si riferisce Macron (Renew Europe – ndr)”. Così all’Adnkronos il sondaggista politico Antonio Noto che avverte: “Renzi è tuttavia destinato a restare tra il 2 e il 3 % se non definisce il contenuto e non crea una classe dirigente di cui essere il co-attore. Purtroppo nei suoi confronti c’è un forte pregiudizio degli italiani verso i quali ha perso appeal, pur dicendo spesso cose giuste. Renzi lo sa, per questo io penso che la sua strategia non sia diventare leader”.
Anche alle elezioni nazionali il leader di Italia viva “accettò il matrimonio con Calenda, ma in realtà era Calenda il leader. Renzi infatti non fece una campagna elettorale molto vivace – ricorda il sondaggista – Anche con il ‘Centro’ il leader di Iv deve quindi pensare ad una strategia del genere”. Ambendo a “rosicchiare” da Pd e Fi, potrebbero ipotizzarsi Mara Carfagna ed Elena Bonetti leader del nuovo Gruppo? “Sì, l’ipotesi Carfagna-Bonetti alla guida potrebbe essere una possibilità“, risponde. Come, dato che Carfagna sta con Calenda in Azione? “Renzi non bada a queste cose, sono nomi che attirano. Carfagna potrebbe diventare leader di partito con un progetto che condivide e che corrisponde al suo profilo, tanto più che Renzi guarda ai popolari, il leader di Azione no. Non vedo quindi perché non potrebbe passare a Renzi. E’ chiaro tra l’altro che con Carfagna si guarda a Fi, dove ufficiosamente Rosato è finito. E che con Bonetti si guarda a un’area progressista per prendere i voti un po di là”.
Dunque due ex ministre del governo Draghi al Centro? “Il revival di Draghi rappresenta un messaggio di rassicurazione verso l’Europa, ma la campagna di Renzi sarà finalizzata a mettere un piedino fra i popolari europei e ritagliarsi un ruolo nel Paese candidandosi ad esempio a capolista del suo partito nella circoscrizione elettorale Italia centrale. Al momento – conclude Noto – dalla dissoluzione del Terzo Polo chi ci rimette tra Renzi e Calenda è il leader di Azione, che deve trovarsi altri amici“. “Oggi dice (intervistato da la Repubblica – ndr) che con Pd e 5S si può collaborare”. (di Roberta Lanzara)
www.adnkronos.com è stato pubblicato il 2023-08-18 16:51:55 da [email protected] (Web Info)
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