Cerboni: «La Tari aumenta e non si fa niente per impedirlo»

Cerboni: «La Tari aumenta e non si fa niente per impedirlo»


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GROSSETO. La Tari sta arrivando in questi giorni a famiglie e utenze non domestiche. E tutti stanno misurando con mano l’ennesimo aumento, per quanto largamente annunciato.

È l’occasione per Giacomo Cerboni, ora consigliere del gruppo misto di minoranza, ma anche ex assessore al bilancio della precedente giunta Vivarelli Colonna, per far vedere, numeri alla mano, come quanto fatto fino al 2019, ultimo anno di riferimento prima del Covid, per diminuire le tasse ai cittadini, sia stato con il 2025 completamente riassorbito dagli aumenti.

Cerboni punta il dito su due aspetti, diversi fra loro. Il primo punto è che, con alcuni accorgimenti, sarebbe stato possibile contenere l’aumento di almeno un terzo.

Il secondo punto è più politico e, lo dice per inciso, riguarda non solo la questione rifiuti, ma anche i costi dell’acqua. Il nuovo metodo di tariffazione imposto da Arera, infatti, prevede che ai gestori vengano remunerati pure i costi dovuti all’inflazione. In sostanza – chiosa Cerboni – per garantire gli utili privati si grava sulle tasche dei cittadini.

«Eppure – dice l’ex assessore – non mancano a Grosseto i rappresentanti politici che potrebbero far pressioni sul governo. E anche i sindaci, quando vogliono, le battaglie le fanno. Invece questi aumenti vengono presi come qualcosa di ineluttabile, ci sono e basta. Bisogna pagare e zitti».

«Con la prima giunta Vivarelli Colonna avevamo fatto un lavoro certosino per abbassare la Tari. Essendosi la giunta insediata nel 2016, il primo anno di riferimento è il 2017. Il secondo anno di riferimento è il 2019, perché il 2020 e il 2021 sono quelli degli sgravi Covid. Dal 2022 la Tari è tornata a crescere, anno dopo anno».

Cerboni porta alcuni esempi.

«Un’abitazione di 50 mq per due persone pagava 248 nel 2017. Nel 2019 ne pagava 223, quindi -10,5 %, nel 2025 ne paga 272. Una casa di 75 metri con 3 persone nel 2017 spendeva 352 euro, nel 2019 315, quest’anno è a 371. Stesso trend per 90 mq e 4 persone (451, 403, 462) o per 100 mq sempre con 4 persone (474, 423, 480). Gli aumenti sono stati  dal 14 al 17 % rispetto al 2019».

Lo stesso è successo per le utenze non domestiche.

«Anche per le utenze non domestiche, la stessa dinamica: per gli studi professionali le cifre sono 558 nel 2017, 490 nel 2019, 543 nel 2025. Tutto il risparmio volatilizzato. Per un negozio  460, 405, 456, per una tabaccheria 533, 462, 525, per un parrucchiere 445, 390, 430. Più alte le cifre per i ristoranti (1538, 1351, 1520) e per i bar (1147, 1007, 1131). Per le utenze non domestiche le cifre variano solo in proporzione alla superficie».

Alcuni interventi potevano esser fatti

E qui Cerboni spiega che qualcosa, per calmierare l’aumento, si poteva fare: «Nel totale della Tari (20,2 milioni nel 2025, 19,3 nel 2024, ndr) ci vanno anche i costi di pulizia delle spiagge e l’accantonamento per i crediti di dubbia esigibilità. Sono 190000 e 170000 euro, 360mila euro complessivi. Cifre che potevano esser tolte, riducendo di un terzo l’aumento. Per le spiagge poteva essere usata parte della tassa di soggiorno, che è aumentata da 7-800mila euro a 1,1 milioni. Non ci dimentichiamo che anche i turisti producono rifiuti e li paghiamo noi cittadini».

«Inoltre – aggiunge – sono passati tre anni e ancora non è stata introdotta la tariffazione puntuale che, in alcuni Comuni di Sei Toscana (ad esempio, a San Vincenzo) è già in vigore. Mi chiedo cosa si aspetti a partire anche da noi. Così le famiglie potrebbero avere dei risparmi».

E poi Cerboni va su una considerazione più politica che – spiega – a Grosseto è passata sotto silenzio.

«Il nuovo metodo Arera remunera il gestore per i costi dovuti all’inflazione. In sostanza vengono garantiti gli utili al gestore privato a scapito dei cittadini. Possibile che nessuno protesti per questa scelta fatta a Roma? La questione è caduta nel silenzio, come se fosse una routine, si deve pagare e basta».

«In fondo – aggiunge – lo stesso succede per l’acqua. Abbiamo le tariffe più care e invece di fare una battaglia perché i milioni di utili prendano una direzione diversa ci si limita a lodare gli investimenti che pure il gestore dovrebbe fare comunque. A mio avviso la politica deve affrontare queste questioni. Perché ricadono sui cittadini».


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www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2025-07-07 19:55:47 da MaremmaOggi


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