ORBETELLO. Pugni, una sigaretta spenta sul palmo della mano, un coltello alla gola. E le offese: «mongoloide, deficiente». Per sei mesi, la vita della compagna di un 46enne orbetellano, è diventata un inferno.
Offesa, picchiata, denigrata, la donna alla fine è riuscita a denunciarlo e a ottenere un decreto di divieto di avvicinamento da parte del tribunale. Anche questo però non è bastato a tenere l’uomo lontano da lei. Nonostante il divieto, lui si era rifatto avanti, presentandosi a casa della donna e in un bar dove c’era lei. Che è stata costretta di nuovo a chiedere l’intervento dei carabinieri.
Picchiata, minacciata, colpita al volto con una abatjour. Non soltanto nella loro abitazione, ma anche nella casa delle vacanze. Era il mese di maggio del 2024 quando la donna, è stata di nuovo picchiata. Questa volta lui l’aveva colpita con un pugno al volto, all’altezza dell’occhio sinistro. Prima però, le aveva spaccato una abatjour sulla faccia. E alla fine, le aveva anche spaccato il telefono.
Violenza cieca, che si scatenava quasi ogni giorno. Fino a metterle un coltello al collo e, pochi minuti dopo, a minacciarla con un’altra lama. Oppure a picchiarla con tanta forza, a mettersi sopra di lei per schiacciarla. «Aiuto, chiamate i carabinieri, questo mi ammazza», aveva gridato la donna, dopo l’ennesima lite furibonda nella quale la donna aveva tirato un paio di schiaffi al 46enne e gli aveva strappato la maglietta.
Ma quando i carabinieri erano arrivati e quando la donna, in ospedale, era stata medicata, aveva spiegato di essersi provocata lividi, segni e contusioni cadendo dalle scale.
Viola il divieto di avvicinamento
Nonostante le minacce e le botte, che erano sempre più forti, lei per mesi non si era decisa a denunciarlo. Era convinta che sarebbe cambiato e che avrebbe smesso di sfogarsi su di lei con tutta quella violenza. le settimane però passavano senza che ci fossero cambiamenti nel comportamento dell’uomo.
Alla fine la donna si è decisa a presentare querela e il 46enne è stato raggiunto da un decreto di divieto di avvicinamento. Disposizione, quella del giudice, che però ha violato.
Il 46enne, che ora si trova in una comunità, è stato rinviato a giudizio di fronte alla giudice Cecilia Balsamo: ha dovuto rispondere di maltrattamenti, lesioni aggravate e anche di aver violato l’ordinanza di divieto di avvicinamento.
Difeso dall’avvocata Rossella De Prisco, il 46enne ha patteggiato due anni e 4 mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali.
Per chiunque fosse vittima di violenza ricordiamo che il 1522 è sempre attivo. Inoltre è possibile mettersi in contatto con gli operatori del 1522 anche attraverso una chat. Per chiedere aiuto basta CLICCARE QUI.
www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2024-11-23 18:51:08 da Francesca Gori
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