Chiesto il rinvio a giudizio per il maniaco sessuale seriale dei me…

Il pubblico ministero Luca Bertuzzi ha chiesto il rinvio a giudizio per un palermitano 38enne, maniaco sessuale seriale, accusato di aver cercato di violentare una ragazza a bordo di un treno. Il fatto era avvenuto nella tratta riminese del Frecciarossa che, da Foggia, era diretto a Bologna il 25 aprile del 2023. L’uomo, in quella occasione, aveva atteso che la vittima, una 28enne, uscisse dal bagno del convoglio per poi afferrarla e spingerla all’interno. La presunta vittima, nonostante lo spavento, era riuscita a divincolarsi e a tornare al proprio posto tallonata dal 38enne che, sedutosi alle sue spalle, aveva continuato a molestarla fino a quando la ragazza aveva iniziato ad urlare per chiedere aiuto. Erano intervenuti gli altri passeggeri che avevano dato l’allarme facendo intervenire la Polfer di Rimini che aveva bloccato il maniaco.

Per il palermitano non era la prima volta e, appena una settimana prima, il 16 aprile era finito già nei guai a Bologna. La vittima, questa volta, era una 25enne che si trovava sul bus insieme all’uomo che si era avvicinato a lei accarezzandole dapprima la gamba sinistra, per poi continuare e, una volta aperta la giacca, le ha toccato il seno sopra la maglietta. La vittima, presa dal panico, aveva cercato con forza di alzarsi e di divincolarsi. Il molestatore non aveca però desistito, dopo che la ragazza si era alzata, le aveva palpato con insistenza i glutei sopra i jeans. Tutta la scena era stata ripresa dalle telecamere di video sorveglianza dell’autobus. Grazie all’intervento dell’autista che aveva bloccato immediatamente le porte dell’autobus e telefonato alla centrale operativa del 112 e, all’intervento dei militari, l’uomo era stato bloccato e, su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna, stato tradotto in carcere.

La richiesta di rinvio a giudizio è inerente ai fatti di Rimini ma il 38enne, difeso dall’avvocato Alessandro Coppa e che in passato era già stato detenuto in una Rems, un residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, a Prato, ad oggi risulterebbe irreperibile.