Da Villaggio Mancuso il percorso della Ciclovia riprende con una piacevole discesa che corre tra i pini larici, interrompendosi brevemente al Km 4,7, su un tratto di circa 600 m in salita. Da qui riparte in “picchiata” con una pendenza che in alcuni tratti sfiora il 17%, fino alle porte di Albi. Superato il centro abitato, dopo alcuni tornanti in discesa, al Km 15,5 la Ciclovia riprende a salire, quando si è oramai alle porte di Taverna. E sale ancora fino a raggiungere il cuore del paese che ha dato i natali a quello che è stato uno dei maggiori pittori del Seicento italiano, Mattia Preti. Superata Taverna, dopo una lieve discesa che conduce al ponte sul fiume Alli, la Ciclovia riprende a salire in direzione di Sorbo San Basile, subito visibile sulle colline che si disvelano a sinistra del percorso. Oltrepassato Sorbo San Basile, al Km 20 il percorso della tappa riprende in salita, con brevissimi strappi intorno al 10% di dislivello.
Il paesaggio sulla sinistra della carreggiata è aperto e guarda verso le colline attraversate dal fiume Alli. Al Km 21,4, al culmine di una breve ma ripida discesa, si approda a Maranise, una deliziosa frazione di Fossato Serralta che regala un magnifico belvedere su cui spicca il bel monumento dedicato a Marcello Cua, artista scomparso prematuramente nel 2010 fortemente ispirato dai paesaggi della presila catanzarese, autore di opere in legno, pietra e bronzo dal forte valore simbolico. Il pentagramma che svetta in cielo, innanzi ad un vasto panorama che abbraccia Taverna e i monti che la circondano, è di forte richiamo e non c’è cicloturista che non vi si ritragga. Da Maranise, non prima di aver fatto rifornimento d’acqua alla Fonte Noce, la Ciclovia dei Parchi riparte subito in salita attraversando un paesaggio che sorprende per la presenza di fichi d’india e macchia mediterranea tra piante di lecci e ulivi sul lato destro della carreggiata.
Al Km 24,5 si lambisce il paese di Fossato Serralta, che si trova a 711 m slm, e si continua a salire fino a quota 890 m, l’ultima asperità della tappa che conduce al valico della Casa Cantoniera Cafarda, al Km 26,8, da cui si gode un panorama vastissimo sui monti e i paesi che affacciano sulle Valli dei fiumi Alli e Simeri, da Fossato Serralta a Sellia, da Magisano a Zagarise, fino a Sersale. Ripreso il viaggio si prosegue verso il quadrivio di Pentone che si incontra di lì a poco, borgo sorto intorno al XII sec. come casale di Taverna, dove è possibile approvvigionarsi d’acqua.
Da qui occorre proseguire sulla Ciclovia tenendo la destra e imboccando la prima uscita, dopodiché inizia una morbida discesa e al Km 32,4, in un tratto pressoché pianeggiante, si incrocia il borgo rurale di Canne, che si trova a 609 m di altitudine. Superato l’incrocio per Militello e attraversato il ponte omonimo, la Ciclovia prosegue sulla SS109 della Piccola Sila, in direzione di Soveria Mannelli, e dal Km 35,8 riprende a salire sulle pendici di Colle Castello (749 m) e Monte Trearie
(992 m), in un tratto che lambisce il fiume Corace e la linea delle Ferrovie della Calabria che collega Soveria Mannelli a Gimigliano: qui il paesaggio è contrassegnato dalla presenza di castagni che in autunno regalano a questo tratto della Ciclovia colori e profumi magnifici. Proseguendo in salita, al bivio che si trova al Km 39,2, si svolta a sinistra sulla SP34. Sulla strada si incontrano diverse edicole votive che segnalano la vicinanza del noto Santuario della Madonna di Porto, che si scorge dall’alto e che volendo si può raggiungere agevolmente imboccando la SP35, ovvero svoltando a destra al Km 40,2.
Superato questo bivio, invece, la Ciclovia riprende i suoi lievi saliscendi e al Km 43,8 approda nella città di Gimigliano (603 m). Poco prima di raggiungere il centro del paese, affacciandosi sul lato destro e guardando in basso, si scorgono i ruderi dell’antica Chiesa della Madonna delle Grazie sul fiume Corace. Ridiscese le pendici di Gimigliano superiore e oltrepassato il bivio per la stazione che si trova sulla sinistra al Km 45,6, la Ciclovia continua sulla SP40 superando il ponte della ferrovia e attraversando Gimigliano inferiore. Superato il viadotto sul fiume Corace e il ponte Fosso Patia, la strada riprende a salire in direzione di Tiriolo sulle pendici del Monte Farinella (802 m); qui il paesaggio si apre sul lato sinistro della carreggiata che affaccia sulla valle del fiume Corace, che si costeggia fino al Km 50 quando, terminata la discesa, la Ciclovia rimane pressoché pianeggiante fino al Km 52,7. Da questo punto inizia la risalita verso il paese, in una zona segnata dalla presenza di diverse piantagioni di ulivo inframmezzate sulla parte destra della carreggiata da evidenti formazioni rocciose, un paesaggio ideale per il pascolo di pecore e capre che qui s’incontrano non di rado. Superato il restringimento di carreggiata che si presenta al Km 54, le peggiori asperità possono dirsi terminate ed ecco che Tiriolo si svela d’improvviso con il suo suggestivo centro storico abbarbicato intorno ai resti della roccaforte.
L’ultimo tratto utile a raggiungere il centro del “paese dei due mari” è su Corso Garibaldi e si presenta in lieve discesa fino ad arrivare in Piazza Italia, al Km 55,7. Qui lo splendido
Palazzo Alemanni che si trova sulla destra, dove sostò l’eroe dei due mondi, fa da spartiacque tra la scalinata di via De Filippis e la via Cavour che conducono fino in cima al paese. Questo tratto ha pendenze proibitive che occorre trovare il coraggio di risalire, in bici o a piedi, per godere di uno degli spettacoli più belli che la Ciclovia dei Parchi può offrire, ovvero l’affaccio dal Castello di Tiriolo: in giornate terse lo sguardo spazia fin oltre l’Aspromonte e vede distintamente il confine delle terre emerse calabre che s’insinua tra Jonio e Tirreno, un sussulto d’emozioni, per i più romantici, meraviglioso nelle ore dell’alba e del tramonto.
Fonte: Ciclovia dei Parchi / Facebook
www.crotoneok.it è stato pubblicato il 2024-01-16 20:00:00 da Redazione
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